Sambin

Diplomatosi in musica elettronica nel 1975 al Conservatorio `Benedetto Marcello’ di Venezia, Michele Sambin indirizza subito il suo interesse verso l’incontro tra le varie arti (musica, video, fotografia, pittura, teatro) che si esemplifica già nei suoi primi lavori per la Galleria d’arte moderna di Bologna ( Autoritratto per quattro camere , 1977) e per la Biennale (Looking for liftening – opera video , 1978); nello stesso anno è presente al Palazzo Reale di Milano con la performance Il tempo consuma nell’ambito della manifestazione `Le camere Incantate’. Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont, fonda il Tam Teatro Musica di cui cura la maggior parte delle regie e degli interventi musicali sempre attento a tutti gli stimoli provenienti dalle nuove tecnologie ma anche fortemente legato alle suggestioni della tradizione ha anche firmato nel 1995 la regia dell’operina 1995… 2995… 3695 di Marco Stroppa, presentato al Teatro Comunale di Firenze.

Bernstein

Figlio di un ebreo russo emigrato in America nei primi anni del secolo, Leonard Bernstein agli inizi è autodidatta nello studio del pianoforte; frequenta poi la Harvard University e in diversi istituti musicali (Curtis Institute di Filadelfia, corsi estivi di Tanglewood) studia composizione, pianoforte e direzione d’orchestra. Si dedica alla composizione, alla concertazione, all’esecuzione pianistica, all’organizzazione concertistica, tutte attività che porterà avanti con costanza. Nel 1943, sostituendo all’ultima ora Bruno Walter (indisposto) alla Carnegie Hall, si impone definitivamente all’attenzione del mondo musicale; dal 1945 è direttore stabile della New York City Center Orchestra, dal 1958 della Filarmonica di New York. Come compositore si esercita in tutti i campi, affermandosi come musicista di prepotente personalità, eclettico, attento ai suggerimenti di elementi folclorici disparati, del jazz e di tutte le tendenze della musica contemporanea: da citare le sue tre sinfonie, oltre a cicli di liriche, musica da camera, brani per complessi vari. Dotato di una grande simpatia e carica umana, svolge anche attività didattica e divulgativa, presentando programmi di educazione musicale in televisione e scrivendo libri. Al teatro musicale B. dedica buona parte della sua produzione, e anche qui mostra di non erigere steccati fra un tipo di musica e l’altro; come sempre in lui si mescolano generi e stili.

Del 1944 è il balletto Fancy Free, sulle piccole avventure di tre marinai in libera uscita a New York; subito il balletto diventa – con una musica tutta nuova – il musical On the Town (libretto di Betty Comden e Adolph Green): rappresentato all’Adelphi Theatre di New York con la regia di George Abbott e la coreografia di Jerome Robbins, viene replicato 463 volte. Tra le canzoni più riuscite della brillante partitura si ricordano “New York, New York”, “Lonely Town”, “I Get Carried Away”, “Lucky To Be Me”. Altro balletto è Facsimile (1946); del 1950 è la commedia con musiche Peter Pan (da J.M. Barrie), versificata dallo stesso B., rappresentata con successo appena discreto da Jean Arthur e Boris Karloff. Un’affermazione maggiore ottiene un’altra commedia con musiche, Wonderful Town (1952), tratta da My Sister Eileen di J. Fields e J. Chodorov (libretto di Comden e Green; Winter Garden Theatre, regia di Abbott, coreografie di Robbins, protagoniste Rosalind Russell e Edie Adams). La vicenda riguarda due sorelle che arrivano dalla provincia nella Manhattan degli anni ’30 e si inseriscono con difficoltà nella metropoli; proclamato il miglior musical dell’anno, Wonderful Town vanta una musica felice (premiata con un Tony Award) in cui fanno spicco le canzoni “Conversation Piece”, “Conga”, “Swing”, “A Quiet Girl”, “Ohio”. Nel 1955 B. compone le musiche di scena per Salomè di Oscar Wilde e nel 1957 quelle per The Lark di Fry-Anouilh-Hellman. Tra queste due fatiche, un altro musical (propriamente `comic operetta’), Candide: ispirato al Candido di Voltaire, su libretto di Lilian Hellman, il lavoro non ha successo nel 1956, e per affermarsi ha bisogno di un rimaneggiamento. Il musical più noto di B. è il successivo West Side Story (1957), riuscito adattamento della tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta , ambientato in un quartiere popolare di New York dove si affrontano duramente bande giovanili avversarie. I caratteri dei personaggi e il loro prepotente dinamismo sono messi bene in evidenza dal tessuto nervoso della musica, dall’uso insistito del sincopato, dalle accentuazioni ritmiche. Particolarmente felici l’episodio della gara di ballo fra due bande rivali; il numero “America America” affidato ai ragazzi portoricani immigrati; il balletto, che si svolge in una autorimessa, intitolato “Cool, Boys”; e soprattutto le romanze d’amore “Maria” e “Tonight”.

L’ultimo musical si risolve in un fiasco: si tratta di 1600 Pennsylvania Avenue , del 1976, su libretto di Alan Jay Lerner (sulla storia dei presidenti americani). A parte altre fatiche per il teatro come le opere Trouble in Tahiti (1952; interessante l’impiego di un trio jazz in funzione di `coro’, ossia di commento all’azione) e A Quiet Place (1983), B. è attivo anche per il cinema: compone brani di raccordo per un documentario su Louis Armstrong ( Satchmo the Great , 1956), la partitura originale di Fronte del porto di Elia Kazan (1954) e segue la trasposizione su pellicola dei suoi due musical di maggior successo, On the Town (1949, di Stanley Donen e Gene Kelly) e West Side Story (1961, di Robert Wise e Jerome Robbins). «Genio musicale completo, nato in un pianoforte con una bacchetta in mano», così B. è stato definito; di sicuro ha respirato e fatto musica con la stessa facilità e naturalezza con cui è vissuto. Perfetto rappresentante dell’attuale civiltà mass-mediologica, si è inserito più di ogni altro musicista contemporaneo nella nostra epoca, lavorando a tutto campo senza pregiudizi di sorta, e in tutti i settori lasciando un segno della sua forte personalità.

Modugno

Autore di canzoni celeberrime, una sopra tutto, “Nel blù dipinto di blù”, detta “Volare”, da cui un suo soprannome internazionale `Mister Volare’. Negli anni ’50, prima di diplomarsi al Centro sperimentale di cinematografia, Domenico Modugno esordisce con piccoli ruoli in cinema. Nel ’52 è in teatro, Il borghese gentiluomo di Molière, e nel ’53 debutta in radio, nella trasmissione Il trampolino dove presenta le sue canzoni “Lu pisce spada” e “Ninna-Nanna”. Nella stagione 1953-54 in teatro partecipa con le sue canzoni a Controcorrente , con Walter Chiari. Nel 1956 è in tv (“L’Alfiere”, regia di Anton Giulio Majano) e nel ’58 vince per la prima volta il Festival di San Remo (che viene trasmetto in tv) con “Nel blù dipinto di blù” e fa il bis nel ’59 con “Piove”; da quel momento le sue canzoni acquistano la giusta notorietà e diventano in parecchi casi successi internazionali. Il cinema non ha mai offerto a M. occasioni degne di lui, il che non gli ha impedito di interpretare più di trenta film e anche di dirigerne uno ( Tutto è musica , 1963). Mentre in tv oltre a una partecipazione a “Canzonissima” (1970) è protagonista di uno sceneggiato, “Il marchese di Roccaverdina” (1972) di “Don Giovanni in Sicilia” (1977) e di “Western di cose nostre” da Sciascia. Molto teatro di prosa, interpretando Brecht e Pirandello, con un memorabile Liolà . M. è stato una delle figure di punta del musical italiano: ha scritto le musiche per tre di questi ed è stato il protagonista di due. Rinaldo in campo , di Garinei e Giovannini, con Delia Scala, Franchi e Ingrassia, 1962: un enorme meritato successo; Tommaso d’Amalfi , di Eduardo De Filippo, con Liana Orfei e, ancora, Franchi e Ingrassia, un enorme, non del tutto meritato, insuccesso; infine, a causa della malattia, rinunziò a esserne co-protagonista di Alleluja, brava gente di Garinei e Giovannini, con Renato Rascel, Luigi Proietti (che sostituì M.) e Mariangela Melato: in scena per due stagioni dal 1970 al ’72 e recentemente ripresa al Sistina in una nuova edizione. Nel 1972, M. ristabilitosi è protagonista, con la regia di Strehler e accanto a Milva de L’opera da tre soldi di Brecht con musica di Kurt Weill.

Sinagra

Negli anni ’60 Antonio Sinagra inizia la sua attività come pianista e compositore, in questo periodo diventa collaboratore della Rai. L’incontro con Roberto De Simone segna l’avvio di un fecondo sodalizio artistico. È direttore d’orchestra di La gatta Cenerentola – di cui è autore assieme a De Simone – per la Nuova Compagnia di Canto Popolare, andata in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto (1976). Nel 1978 scrive L’opera ‘a muort ‘e famme , che debutta a Roma, con la regia di Armando Pugliese (1979). Il successo ottenuto con questo musical lo invita a comporne altri: Annella a Portacapuana (1981); Fiaboplast (1983); Guerra dei topi e delle rane (1984). Alla morte di Nino Rota, nel 1980, Eduardo De Filippo lo vuole come suo collaboratore, Sinagra è autore delle musiche di tutti i suoi successivi spettacoli, fino all’ultimo, La tempesta , rappresentato nel 1985 alla Biennale di Venezia dalla Compagnia di Marionette dei Colla, regia di Eugenio Monti-Colla. In seguito compone le musiche di: Un’ora al San Carlino (1986, testo di E. Murolo); Partitura (1988, testo di E. Moscato); Sona Sona (1989, per la Nuova Compagnia di Canto Popolare); Medea di Portamedina (1991, testo di A. Pugliese); Teatro Excelsior (1993, testo di V. Cerami).

De Simone

Roberto De Simone studia pianoforte e composizione e inizia una brillante carriera concertistica. Successivamente si dedica all’attività di regista teatrale, compositore, musicologo, drammaturgo ed etnomusicologo. Grande conoscitore della cultura popolare napoletana e della tradizione musicale, è stato l’ispiratore di uno dei gruppi più interessanti di musiche folcloristiche in Italia: la Nuova Compagnia di Canto Popolare. La rielaborazione di musiche tradizionali lo porta alla creazione di spettacoli legati al lavoro di ricerca musicale. Nel 1976 scrive e mette in scena La Cantata dei Pastori e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nello stesso anno, La gatta Cenerentola , opera che riscuote enorme successo e che sarà presentata in Italia e all’estero. Si tratta di uno spettacolo musicale in cui, attraverso la favola e la musica, si torna alle più antiche radici della tradizione napoletana. Con la Compagnia Ente Teatro Cronaca nella stagione 1977-78 scrive e mette in scena Mistero napoletano e nella stagione 1978-79 La festa di Piedigrotta di R. Viviani. Il 28 ottobre 1980 debutta L’Opera buffa del Giovedì Santo (libretto, musica e regia di R. De Simone), che descrive i fermenti, le speranze, le illusioni della Napoli del Settecento in un lungo Giovedì Santo, in attesa di un sabato di resurrezione e di festa che non arriverà.

Tra i suoi lavori di regista e compositore più interessanti (sempre con la Compagnia Ente Teatro Cronaca) si ricordano inoltre Eden Teatro di Raffaele Viviani (1981), La Lucilla costante di Silvano Fiorillo (1983), La Bazzariota, ovvero la dama del bell’umore di Domenico Macchia (1983), Le religiose alla moda di Gioacchino Dandolfo (1984), Le novantanove disgrazie di Pulcinella , da canovacci anonimi rielaborati da R. De Simone (1988). La particolarità del suo lavoro sta nella mescolanza di drammaturgia, ricerca musicale, tradizione e folclore, fiaba, ritualità e storia. Tra i suoi spettacoli, prodotti dalla Compagnia Media Aetas Teatro, si ricordano Cantata per Masaniello al Mercadante di Napoli (1988-89) e Le Tarantelle del Rimorso al Teatro San Carlo (1993). Già dal 1978 è iniziata una ricca attività di regista d’opera, al fianco dei più importanti direttori d’orchestra e in collaborazione con M. Carosi (scene) e O. Nicoletti (costumi). Tra le opere di Mozart si ricordano le regie di Don Giovanni (Bologna 1982), Idomeneo (Scala 1990), Così fan tutte (Vienna 1994) e Il flauto magico (Scala 1995), le ultime tre con la direzione di Riccardo Muti. Numerose anche le regie di opere di Rossini, tra le quali Il barbiere di Siviglia (Aix-en-Provence 1984) e Cenerentola (Bologna 1992, direttore R. Chailly); da ricordare infine le sue fantasiose riletture di opere del ‘700 napoletano, da Pergolesi ( Lo frate ‘nnamorato , Scala 1989) a Paisiello ( L’idolo cinese ). Tra i suoi libri, Il segno di Virgilio , sul rapporto fra la figura del poeta classico e la cultura popolare e religiosa napoletana (1982), Chi è devoto sulle feste rituali in Campania (1985), Carnevale si chiamava Vincenzo sui rituali del Carnevale popolare (1977) e Fiabe campane , raccolta di circa duecento fiabe popolari desunte da autentici narratori come contadini, pastori, operai (1993). È stato direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli. Attualmente è direttore, per chiara fama, del Conservatorio di Napoli.

Marini

Diplomata al conservatorio di Santa Cecilia con B. Di Ponio, si perfeziona con A. Segovia e A. Diaz. Nel 1963 Giovanna Marini entra a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano, partecipando agli spettacoli Bella ciao (festival di Spoleto) e Ci ragiono e canto (regia di D. Fo). Dopo due anni trascorsi negli Usa compone la sua prima ballata, Vi parlo dell’America , e nei successivi otto anni ne scrive altre dodici. Dal 1967 compone musica per il cinema (Maselli, Loy, Cobelli, Breccia) e il teatro (Quartucci, Salmon, Théofilides, Rheiner, Boita). Nel 1976 fonda il Quartetto vocale, con il quale inizia una lunga ricerca etnomusicale. Nel 1983 scrive Il regalo dell’imperatore , in scena per un mese a Les Bouffes du Nord, il teatro di P. Brook, e un anno dopo il festival d’Autunno le commissiona il libretto per dodici liriche di Pasolini, del quale musica nel 1995 I Turcs tal Friul , messo in scena da E. De Capitani. Tra le sue collaborazioni più importanti c’è lo straordinario lavoro realizzato con T. Salmon per Le Troiane – allestite come una partitura vocale riscoprendo la musicalità del greco antico – che ha debuttato a Gibellina nel 1988. Per il Teatro di Avignone compone nel 1996 Vita Nuova e nel 1997, per il Teatro Reale di Bruxelles, le musiche dell’ Orestiade . Insegna alla `Scuola Popolare di Musica di Testaccio’ a Roma e all’Università di Saint Denis. I suoi due ultimi spettacolo sono La vita sopra e sotto i mille metri dedicato alle comunità `nascosta’ dai mass-media e un omaggio a Pasolini.

Alloisio

Il primo spettacolo di successo di cui firma le musiche è Ultimi viaggi di Gulliver con la regia di Giorgio Gaber (1981). Poi vengono Una donna tutta sbagliata (1983-84) e Aiuto sono una donna di successo con Ombretta Colli e, nel 1987, In principio Arturo creò cielo e terra di e con A. Brachetti. Nel 1989 approda al Sistina di Roma con A che servono gli uomini per la regia di Garinei. Nel 1990 inizia la collaborazione come autore delle musiche per il Teatro della Tosse di Genova con Il Mistero dei Tarocchi, e nel 1991 Masque degli ultimi giorni dell’anno regia di Nicholas Brandon. Di seguito: Senti-mentale (1992) a Torino al Teatro Alfieri, Scena nuda (1992), Rossella e Manolito, L’albero del cacao anche questi del 1992. Nel 1994 è anche interprete di Giullarata sacra. Francesco, Dieu et rien d’autre ; compone poi canzoni e musiche di scena per Ubu chantant (1995), Shakespeare – Il sogno dentro un sogno (1996), Inferno, inferni (1996). Sempre del 1996 è il recital La rivoluzione c’è già stata (scritto e interpretato) e del 1997 sono Guerrieri felici e MaLaVita eterna , tutti e due con il Teatro della Tosse. Nel 1998 è impegnato in Disagio cosmico, disagio comico. Alloisio ha scritto, inoltre, sceneggiature per la radio e la televisione.

Terni

A seguito di numerose esperienze di promozione culturale, Paolo Terni focalizza, a partire dal 1980, la propria attività nel campo della musica: prima in ambito radiofonico (molteplici trasmissioni per Radiotre di alta divulgazione: la più recente, Opera senza confini), poi in ambito teatrale specializzandosi nel campo delle relazioni tra teatro e musica. È titolare della cattedra di Storia della musica dell’Accademia nazionale d’arte drammatica, di cui è il vicedirettore; svolge corsi di drammaturgia musicale all’Università di Roma. Ha organizzato e diretto le attività di promozione culturale del Teatro dell’Opera di Roma per quattro stagioni (1984-88).

Ha realizzato le musiche di scena (curando le scelte musicali ed elaborandole) per i principali registi italiani, da Mauro Bolognini (La Certosa di Parma, 1983 ecc.) ad Aldo Trionfo (Il candelaio di G. Bruno, 1981; Ifigenia in Tauride di Goethe, 1982; Le baccanti di Euripide, 1983; Fiorenza di T. Mann, 1986; Tutto è bene quel che finisce bene di Shakespeare, 1986). Lorenzo Salveti: (Eros e Priapo di Gadda, 1980; Dialogo di N. Ginzburg, 1980; La morte di Niobe di A. Savinio, 1981; Nostra Dea di M. Bontempelli, 1981; Orgia di Pasolini, 1982; Il risveglio di primavera di Wedekind, 1984; K&aulm;chen von Heilbronn di Kleist, 1987; Ecuba di Euripide, 1998). Mario Missiroli (Amadeus di P. Shaffer, 1987, Il gabbiano di Cechov, 1991). Per Luca Ronconi ha realizzato le musiche, tra gli altri, degli spettacoli: Le due commedie in commedia di G. B. Andreini, 1984; La commedia della seduzione di A. Schnitzler, 1985; Mirra di V. Alfieri, 1988; Dialoghi delle Carmelitane di G. Bernanos, 1988; Strano interludio di O’Neill, 1989; Verso Peer Gynt di Ibsen, 1995; Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, 1996; Il lutto si addice ad Elettra di O’Neill, 1997; I fratelli Karamazov di Dostoevskij, 1998.

Marthaler

Christoph Marthaler si dedica a studi di musica prima di frequentare a Parigi la scuola di teatro di Lecoq, orientandosi quindi verso il teatro dove esordisce alla metà degli anni ’70 come autore di musiche di scena a Zurigo. Successivamente lavora con i maggiori teatri dell’area germanica. Nel 1990 mette in scena St&aulm;geli uf, St&aulm;geli ah, juhee! , spettacolo in dialetto per festeggiare il settimo centenario della Confederazione Elvetica, con gli attori e i musicisti del teatro di Basilea (città in cui si è trasferito nel 1988). Non passano inosservati anche i successivi allestimenti, che si avvalgono tutti della collaborazione con la scenografa Anna Viebroch L’affare di rue de Lourcine di E. Labiche (1991); Faust-Fragment di Pessoa (1992); Amora , progetto di teatro e musica, che prende il titolo da una nota marca di mostarda (1992) ma è nel 1993 che Marthaler ottiene il suo primo successo con Uccidi l’europeo! Uccidilo! Fallo fuori! (Murx den Europ&aulm;er! Murx ihn! Murx ihn ab!), presentato alla Volksbühne di Berlino e invitato quello stesso anno agli `Incontri teatrali’, ancora a Berlino. Anche quando affronta un classico Marthaler lo fa in modo eccentrico, come quando si è confrontato con Goethe nel Faust di Goethe radice quadrata 1+2 (Goethes Faust Wurzel aus 1+2, 1993), o con Canetti mettendo in scena il suo Matrimonio (Höchzeit, 1994), o con Shakespeare nella Tempesta (Sturm nach Shakespeare). Ha anche curato la regia di alcune opere liriche: Pélleas e Mélisande di Debussy e Luisa Miller di Verdi, entrambe andate in scena a Francoforte. Ha inoltre diretto il Pierrot lunaire di Schönberg (al Festival di Salisburgo). Del mondo della lirica ha dato una sua personale lettura satirica in The unanswered question (1998), in cui si avvale della collaborazione del direttore d’orchestra Jurg Hennenberg e della coreografa Pina Bausch. I lavori di Marthaler nascono da un’attenta osservazione della realtà, la cui rilettura critica impietosamente ne fa emergere i lati grotteschi e sgradevoli. Con Ora zero o l’arte di servire (Stunde null oder die Kunst des Servierens), presentato nel corso della celebrazione del cinquantenario della fine della seconda guerra mondiale, il regista coglie l’occasione di ironizzare sulle frasi fatte di cui si servono i politici, facendo ripetere agli attori sul palcoscenico brani tratti da discorsi veramente pronunciati. Questo spettacolo, rappresentato ad Amburgo nel 1995, agli `Incontri teatrali’ di Berlino nel 1996, e successivamente a Parigi, a Londra, a Siviglia e a Montreal, è il primo di Marthaler offerto al pubblico italiano (nel 1998, al Festival teatrale d’autunno dell’Eti, a Firenze). Tra le messe in scena più recenti segnaliamo: Il viaggio di Lina Bögli (Lina Bögli Reise, 1996) e Arsenico e vecchi merletti di J. Kesselring (1998).

Boublil

Boublil Alain (Tunisi nel 1941) e Schönberg Claude-Michel (Vannes), rispettivamente il librettista-paroliere e il musicista di un certo numero di super successi degli anni ’70-80. In realtà Boublin e  sono quanto rimane di due coppie: B. cominciò a scrivere in coppia con Jean-Max Rivière e Schönberg componeva con Raymond Jeannot. Tale quartetto è responsabile nel 1973 di un disco francese di gran successo “La Révolution Française” (ha venduto a tutt’oggi quasi mezzo milione di copie), chiaramente ispirato a Jesus Christ Superstar . Sempre nella stessa formazione, dettero vita a La Révolution Française spettacolo al Palais des Sports di Parigi il 23 ottobre 1973.

Nel 1978, Boublin e Schönberg sono di nuovo riuniti per Les Miserables che sarà pure presentato al Palais des Sports nel novembre del 1980. Qualche anno, e qualche lavoro individuale, più tardi i due autori sono coinvolti nell’edizione inglese di Les Miserables che va in scena l’8 ottobre al Barbican e passa il 4 dicembre al Palace di Londra (dove continua a tutto ottobre di quest’anno); Les Miserables viene presentato a Broadway il 12 marzo 1987 ed è ancora in scena in ottobre del 1998. Altre trentadue edizioni hanno visto la luce in questi anni in quindici lingue diverse per un totale di circa trentamila repliche complessive. Il mostruoso successo di B. e S. si intitola Miss Saigon e va in scena il 26 settembre 1989 e poi a New York l’11 aprile 1991: in entrambe le città le repliche continuano ancora nell’ottobre 1998. Martin Guerre, la loro ultima fatica, non è stato un successo: presentato a Londra nel luglio 1996, ha chiuso nel febbraio 1998 dopo essere stato sostenuto in tutti i modi dalla produzione.