Zambello

Nunzio Zambello (o Zampello) è stato l’ultimo rappresentante di tradizione della pratica propriamente napoletana della `guarattella’, continuatore della scuola della famiglia Pino, con la quale ha lavorato per vari anni. Zambello ha operato nelle strade di Napoli e nella provincia campana, prima con la moglie – per la questua – e poi da solo, con l’aiuto saltuario di qualche ragazzino. Ha partecipato agli spettacoli, in Italia e in Centro e Sudamerica, con la Compagnia Carosello napoletano. Nel 1975 fu portato da Roberto De Simone all’Autunno musicale di Como e negli anni immediatamente seguenti fu inviato più volte a Milano. Nel 1978 ha dovuto smettere il suo lavoro sia per ragioni di salute, sia per l’indifferenza ormai del pubblico napoletano per la `guarattella’. La `guarattella’ è una forma di teatro dei burattini che si realizza in una baracca piccola e leggera, che ospita un solo operatore, ed è facilmente trasportabile a spalla. Personaggio centrale della `guarattella’ è Pulcinella a cui Zambello dava voce, secondo la più vecchia tradizione, con la `pivetta’ (piccolo strumento che, tenuto in bocca al burattinaio, altera in modo caratteristico la voce). La pratica della `guarattella’ è oggi continuata da Bruno Leone che per alcuni anni fu a fianco di Zambello per apprendere il mestiere.

Ravasio

La tradizione bergamasca ha come protagonista nella propria baracca la maschera di Gioppino riconoscibile dai tre gozzi sotto il mento. Benedetto Ravasio è l’artista che sintetizza il momento di passaggio tra la vecchia tradizione e il rinnovamento nel teatro dei burattini. Figlio di un panettiere, decise con la moglie, Giuseppina Cazzaniga, di intraprendere professionalmente l’arte alla fine degli anni ’40. R. fu scultore, pittore, drammaturgo e valente violinista. Rappresentò i suoi spettacoli in Italia e all’estero, per circa cinquant’anni. Fu denominato nell’ambiente `il principe dei burattinai’.

Maletti

Fratello di Cesare. Erio Maletti è sempre stato definito il rampollo degenere del nobile casato dei burattinai modenesi. Dotato di grande fantasia alterna la sua carriera di burattinaio con spettacoli di arte varia. Negli anni ’50 con la collaborazione della moglie Ada fonda la Compagnia italiana burattinai e con questo spettacolo viaggiante gira in lungo e largo tutta la costa Adriatica. Attualmente opera, con la nuova compagnia Erio’s, sulla costa romagnola.

Sarina

Il padre Antonio e il nonno Andrea, burattinai lodigiani, attivi dalla seconda metà dell’Ottocento, avevano incentrato il repertorio sull’epos medievale. Il repertorio di famiglia venne da Giuseppe Sarina elaborato e arricchito fino a comprendere oltre un centinaio tra drammi, commedie e farse: la più rappresentata fu comunque il ciclo carolingio dei Paladini e dei Reali di Francia che, diviso in puntate serali (fino a centoventi), rappresentava per un’intera stagione nella medesima piazza. Sarina – oggi considerato tra i maggiori esponenti del teatro dei burattini italiano – lasciò ufficialmente l’attività nel 1958, continuando fino alla morte a riordinare il prezioso patrimonio raccolto (centinaia di burattini, copioni, partiture, scenari, materiali teatrali, e una ricca biblioteca), ora custodito dagli eredi.

Leone

Bruno Leone scopre il teatro napoletano della ‘guarattella’ incontrando, in un seminario a Milano, l’ultimo rappresentante di quella tradizione, Nunzio Zambello. Decide di dedicarsi alla `guarattella’ anche per salvare una pratica teatrale popolare di grande tradizione e ormai sul punto di scomparire. Si unisce a Zambello e da lui apprende il mestiere. Dal 1978 opera in proprio, presentando sia spettacoli tradizionali dal repertorio di Zambello che spettacoli su nuovi testi, ma sempre fedeli ai moduli propri della `guarattella’. Come Zambello, dà voce a Pulcinella con la `pivetta’, come già, in passato, non soltanto i burattinai ma anche gli attori napoletani che impersonavano Pulcinella.

Maletti

Figlio di burattinai la cui dinastia è partita da Egidio alla fine dell’Ottocento. Cesare Maletti iniziò giovanissimo a manovrare i burattini nella baracca; ma, nel periodo del conflitto, spinto da necessità familiari intraprende altre attività. Dopo la guerra ritorna alla professione cercando di svecchiare il repertorio. Il suo capolavoro Fantasia per un burattino è infatti un collage di vecchi canovacci dell’Ottocento, rielaborati in chiave moderna e sottolineato dalla musica di Rossini. Nel 1970 dà vita con il figlio Mario (Modena 1947) al Teatro delle maschere. Per anni contemporaneamente all’attività di burattinaio ha raccolto marionette, burattini, scene e copioni con i quali ha allestito nel 1983 un Museo laboratorio a Modena.

Obrazcov

Dopo aver studiato da pittore ai Laboratori tecnico-artistici superiori di Mosca, Sergej Vladimirovic Obrazcov si dedicò al teatro frequentando il Teatro d’Arte. Nel 1931 fondò il Teatro centrale statale dei fantocci, che presto divenne il più importante teatro d’animazione dell’Urss e uno dei più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, con i suoi spettacoli per bambini e adulti. L’affermazione internazionale del teatro di O. si ebbe con la tournée in Europa e negli Usa alla fine degli anni ’60, soprattutto con lo spettacolo Un concerto straordinario. Nel 1970 O. ottenne dal governo sovietico un nuovo teatro a Mosca, una nuova serie di laboratori e una nuova scuola, nei quali potevano lavorare e studiare decine di persone. A parte le capacità creative di O., il segno di questa potente organizzazione è evidente nella perfezione degli spettacoli, in ogni loro parte. La sua autobiografia, Il mestiere di burattinaio (1950), è stata tradotta e pubblicata anche in Italia.

Sarzi

Otello Sarzi è figlio di Francesco (Mantova 1893-ivi 1983), a sua volta figlio di un altro burattinaio, Antonio (Mantova 1863). Muovendo da una conoscenza profonda del repertorio e dello stile tradizionale (che sa presentare in modo mirabile), raccolta in famiglia, S. ha svolto un ruolo assolutamente determinante nel rinnovamento del nostro teatro d’animazione. Già nel 1953, fonda a Chiusi un Teatro stabile di burattini e marionette, ma è nel 1957, a Roma, che inizia la sua opera creativa e innovativa con il Teatro sperimentale burattini e marionette, anche con la collaborazione di Maria Signorelli che mette in scena testi di Brecht (Un uomo è un uomo), García Lorca (Il teatrino di Don Cristobal) e Arrabal (Pic-nic).

La compagnia intraprende tournée all’estero con spettacoli musicali dei Virtuosi di Roma e, nel 1969 si stabilisce presso Reggio Emilia, alternando presenze nazionali e internazionali – oltre che in quasi tutti i Paesi europei, Sarzi ha portato il suo teatro in India, in Africa, negli Usa, invitato ai più importanti festival – a un’attività didattica (seminari di costruzione e di animazione dei burattini nelle scuole) in Emilia Romagna. Frequenti sono le collaborazioni con la tv italiana e della Svizzera italiana. Numerosi sono i suoi spettacoli di rilievo, spesso anche tecnicamente molto complessi, ambiziosi e sempre caratterizzati da un forte impegno culturale e un’esplicita consapevolezza politica. Sarzi rappresenta uno dei momenti più alti e importanti nella vicenda del nostro teatro d’animazione nel secondo dopoguerra e dalla sua esperienza, direttamente e indirettamente, sono derivate alcune compagnie tra le più interessanti nel nostro Paese.

Campogalliani

Francesco Campogalliani è il più famoso e ultimo di una famosa dinastia modenese di burattinai, avviata da Luigi Rimini C. alla fine del Settecento. Uomo e artista straordinario, Francesco rivalutò il teatro dei burattini in periodo di latente crisi, lo nobilitò imponendolo nei teatri e lo fece riconoscere come una vera manifestazione d’arte su tutto il territorio nazionale. Dotato di rara maestria, sapeva trascinare gli spettatori con i repertori drammatici; era infatti solito affermare che «i burattini devono essere la verità per i piccoli e il grottesco per i grandi».

Bertoni

Fin da giovane appassionato degli spettacoli di piazza, Ciro Bertoni si dedica dapprima all’illusionismo, poi recita in compagnie filodrammatiche, ma la sua vera passione furono i burattini. Il teatro dei sapienti burattini presentati dal mago Bertoni fu conosciuto e stimato nell’alta Italia e in quella centrale. Egli aveva una buona padronanza di molti dialetti ed era capace di sostenere da solo uno spettacolo interpretando oltre dieci personaggi con tonalità di voce diversa. È ricordato anche per l’ammirevole maneggio dei burattini dentro la baracca.