saltimbanchi

Definizione in uso dal Cinquecento, Saltimbanchi deriva da ‘saltare sul banco’, attribuita agli artisti che si esibiscono in fiere e mercati. La dizione riguarda in particolar modo gli artisti di strada che fanno uso di abilità acrobatiche e in genere di virtuosismi del corpo. Per estensione viene però conferita a tutti coloro che si guadagnano da vivere esibendosi nelle piazze, soprattutto in occasione di fiere e mercati. Quindi, oltre a specialisti delle tradizionali discipline circensi, anche a praticanti il teatro di figura (marionettisti, ombre cinesi) e altri generi caratteristici della piazza, come i digiunatori, i ciarlatani (venditori di unguenti ‘miracolosi’), i cantastorie, e coloro che esibiscono fenomeni (v.). I saltimbanchi, che raccolgono gli oboli offerti dagli occasionali spettatori, vivono il loro periodo d’oro nelle grandi fiere inglesi e francesi del XVIII secolo, per poi scomparire pian piano nel periodo della società industriale.

In questo secolo, dal punto di vista dell’esistenza condotta e della qualità delle esibizioni, il francese George Strehly, uno dei primi storici del circo, nel suo L’Acrobatie e les acrobats (1903), distingue gli artisti in tre classi: i saltimbanchi, che si esibiscono nelle piazze e nei mercati e sono considerati il proletariato del circo; gli artisti legati a un complesso itinerante, che possono godere di buone paghe e di condizioni di vita decenti; gli artisti indipendenti, che si esibiscono sulle scene dei music-hall o nei grandi circhi stabili delle più importanti capitali. Ma la qualità delle esibizioni dei saltimbanchi aumenta decisamente negli anni ’60, quando viene avviata una commistione fra uomini di teatro desiderosi di innovazioni e artisti di piazza detentori di tecniche segrete di antiche discipline. In questo senso dalla tradizione dei saltimbanchi deriva in pratica tutto il moderno teatro di strada.

tatuati

Nel variegato mondo delle attrazioni ambulanti, fra i fenomeni della natura, si inseriscono anche i tatuati. La particolarità e le attitudini di questi personaggi consistevano infatti nel solo `mostrarsi’ in appositi baracconi delle fiere. L’usanza dei tatuaggi artistici proviene dal Giappone; lo storico Alessandro Cervellati sostiene che questa specialità sia iniziata in Occidente per opera di Charlie Wagner, un disegnatore che si dedicò prevalentemente al disegno sul corpo umano. Wagner (che operò a New York verso la metà del ‘900) amava infatti sostenere, nel farsi pubblicità, che se qualcuno desiderava visitare una sua mostra doveva recarsi nel baraccone di Jean Carrol che, tranne il viso, aveva tutto il corpo completamente ricoperto di sue creazioni. Il record dell’uomo più tatuato del mondo spetta a Richard Sheonam, egli infatti si era fatto incidere arabeschi anche in faccia; di tutto il corpo solo il naso rimaneva senza disegni. L’artista era visibile all’interno dell’esposizione del circo Barnum. Questa attrazione, per un certo periodo, ha incuriosito il pubblico, ma subito dopo la seconda guerra mondiale è pressoché scomparsa dalle specialità fieristiche mentre sta ricomparendo presso gli artisti.

Stomp

La compagnia Stomp è stata fondata nel 1991 e diretta da Luke Cresswell e Steve Mc Nicholas; in precedenza artisti di strada sotto il nome hippie di Pookiesnakenburger. Nell’intento di dar vita a un musical senza musica, senza scene e senza costumi, puntano esclusivamente sui protagonisti, danzatori-acrobati, impegnati a darsi il ritmo utilizzando come strumenti a percussione ogni sorta di oggetti, tubi, bidoni, scope, lavelli, sturalavandini, scatoloni, accendini, sacchetti di plastica, bicchieri. Il grande successo ottenuto determina ben presto la moltiplicazione dei gruppi che diffondono il nome e il repertorio degli S. Ispirandosi alla ricchezza musicale dei Tamburi del Burundi africani, il gruppo ne elabora una versione bianca, tra clownerie e tip tap, esprimendo un mondo poetico basato sulla drammaturgia del suono e sulla teatralità intrinseca della vita quotidiana.