Martoglio

Nino Martoglio si impegnò affinché il teatro siciliano avesse uguale dignità degli altri teatri dialettali d’Italia. Nel 1903, insieme agli attori Grasso e Musco, fondò una compagnia, che mise in scena con successo al Teatro Manzoni di Milano La zolfara di Giusti Sinopoli. Sempre per questa formazione scrisse le sue opere più riuscite: Nica (1903), San Giuvanni decullatu (1908, che Musco ogni sera colorì di battute nuove e improvvisate), L’aria del continente (1915, in cui emergono in modo forte le tematiche pirandelliane essendo stata scritta in collaborazione con l’amico siciliano), Il marchese di Ruvolito (1920). Sono questi lavori nei quali a una comicità travolgente fa da sfondo una desolante tristezza, in un contesto dove a trame colorite non corrisponde un adeguato approfondimento dei personaggi. Nel 1910 al Metastasio di Roma fondò il Teatro Minimo, dove gruppi di attori mettevano in scena una serie di atti unici, tra i quali si segnalarono le prime produzioni di Rosso di San Secondo e alcuni testi di Pirandello. Proprio con quest’ultimo Martoglio scrisse ‘A vilanza (1917) e Capiddazzu paga tuttu (1922).