Zoppelli

Nel 1939 Lia Zoppelli debutta sulle scene con la compagnia Maltagliati-Cimara-Ninchi. Nelle stagioni successive lavora con Ruggeri (1940-41) e con Benassi (1942-43). Dal 1943 al 1945 è nella compagnia di Stival dove ricopre ruoli principali. Dopo aver recitato nella compagnia di S. Ferrati è diretta da Visconti nel ruolo della Contessa d’Almaviva ne Il matrimonio di Figaro (1946). È, quindi, fra i protagonisti delle prime stagioni del Piccolo Teatro di Milano recitando in: L’albergo dei poveri di Gor’kij (1947), Le notti dell’ira di Salacrou, Arlecchino servitore di due padroni, Il corvo di Gozzi (1949). Nel 1949 è nella compagnia di Carraro e l’anno successivo in quella di Ricci dove recita in Cocktail party di Eliot. Successivamente forma una compagnia con Calindri, Volpi e V. Valeri (1953) dove si impone nei ruoli brillanti (Tredici a tavola di Sauvajon, Affari di stato di Verneuil, Il cadetto Winslow di Rattigan). Si cimenta poi nella rivista lavorando con Dapporto in Giove in doppiopetto . Nel 1956-57 è con U. Tognazzi e in seguito lavora al Teatro Italiano e allo Stabile di Torino. Negli anni ’60 lavora soprattutto per la televisione in sceneggiati come Tom Jones (1960), I giacobini (1962), Paura per Janet (1963) e insieme a Calindri e Volpi propone il ciclo La prosa del venerdì . Nel 1977 interpreta Un angelo calibro nove di Nino Marino per la regia di Foà e nel 1980 è nella compagnia M. Scaccia ne Il galantuomo per transazione di G. Giraud.