Zadek

Peter Zadek compie la propria formazione teatrale presso la Old Vic School a Londra, dove era emigrato con la sua famiglia nel 1933, a causa delle origini ebraiche. Nel 1947 firma le sue prime regie: Salomé di Oscar Wilde e Sweney Agonistes di T. S. Eliot. Con la messa in scena di Le serve e Il balcone di Jean Genet (1957) ottiene i primi successi internazionali, che gli consentono di uscire dall’ambito produttivo londinese. Tornato in Germania lavora prima presso il Teatro di Colonia, poi dal 1960 presso il teatro di Ulm, dove trova validi collaboratori nell’impresario Kurt Hübner e nello scenografo Wilfred Minks. Poi allo scandalo suscitato con la messa in scena di L’ostaggio di Brendan Behan, nel ’62 la compagnia è costretta a lasciare Ulm per Brema, dove rimane fino al ’67. Nel 1972 Z. fu chiamato a dirigere il Teatro di Bochum (1972-1977), poi lo Schauspielhaus di Amburgo (1985-89), ai quali tuttavia in seguito preferì i piccoli teatri di provincia.

Fra gli autori più frequentati da Zadek emerge, su tutti, Shakespeare, di cui mette in scena Misura per misura (1962-67), Re Lear, Il mercante di Venezia e Amleto per il teatro di Brema, Otello (1976) e Antonio e Cleopatra (1994, Wiener Festwochen). Le sue regie suscitano spesso molto clamore, se non addirittura scandalo, a causa della spregiudicatezza con cui tratta i testi, spesso ridotti alla struttura essenziale dei rapporti fra i personaggi, attualizzati secondo il punto di vista soggettivo del regista. L’uso concettuale della scenografia (per cui si avvale spessissimo della collaborazione di Wilfred Minks) e il ricorso a tecniche di montaggio scenico di tipo cinematografico, con sketch e gag montati in sequenza, sono altri elementi che caratterizzano la poetica del regista. Fra le sue migliori regie si ricordano Misura per misura , Risveglio di primavera di Wedekind (1965) e I masnadieri di Schiller (1967) e il recente Il giardino dei ciliegi di Cechov (1996) per il Burgtheater di Vienna.