Winter Garten

Il Winter Garten inizia la sua attività nel 1875 come ristorante all’aperto sulla Friedrichstrasse, la strada degli spettacoli della Berlino d’allora, una specie di Broadway germanica. Il locale ospita piccole esibizioni, soprattutto musicali, come nella tradizione dei `pleasure gardens’ inglesi. Il 7 gennaio 1882 viene realizzata un’enorme copertura di vetro per permettere l’esercizio anche nei periodi invernali, da cui il nome Winter Garten. Il nuovo locale, inaugurato dall’imperatore Guglielmo I, è una sorta di serra lussuosa, con arredo di fontane e piante ed un piccolo palco dove vengono presentate alcune attrazioni, mentre i visitatori mangiano e bevono.

Il primo novembre del 1895, il Winter Garten è il primo locale pubblico europeo a proiettare una pellicola realizzata in Bioskop da Max Skladanowsky. Nel 1900 la definitiva trasformazione in teatro: spariscono piante ed aiuole, sostituite da un grande palco ed un’immensa platea capace di ospitare oltre duemila spettatori. La grande vetrata viene sostituita e il locale prende l’appellativo de `il varietà dal cielo stellato’, per il caratteristico soffitto blu a volta trapunto da miriadi di piccole luci. L’architettura scenica è modernissima, capace di ospitare da singoli comici a troupe di trapezisti o gruppi di elefanti. Il Winter Garten diventa la meta preferita dei berlinesi in cerca di divertimento. Uno dei pochi teatri europei dove il termine varietà viene applicato alla lettera e si realizza una commistione senza stridori fra vedette di varie discipline.

In oltre mezzo secolo sfilano i migliori artisti del tempo: l’illusionista Harry Houdini, la danzatrice Loie Fuller, le soubrette Cleo de Merode, la bella Otero e Mistinguette, il giocoliere Enrico Rastelli, i clown Fratellini e Grock, i trapezisti Codona ed Amadori, il domatore Alfred Court, la cavallerizza May Wirth. Ed ancora il travestito Barbette, le marionette del teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca e il trasformista Leopoldo Fregoli. Da non dimenticare la splendida orchestra di trentadue elementi diretta, negli anni ’20, dal maestro Paul Lincke. Così come il nutritissimo corpo di ballo delle Tiller Girls. Ma l’artista più rappresentativo del Winter Garten è forse il famoso comico e cantante tedesco Otto Reutter (1870-1931), che in patria ottiene un successo paragonabile a quello che da noi, negli stessi anni, riscuote Ettore Petrolini. Reutter rimane per trent’anni nei cartelloni del teatro, menestrello conservatore e patriottico, con canzoni sul mondo dei lavoratori fra le quali la nota “Ich wundre mir über gar nicht mehr” ( Non mi meraviglio più di niente ). Negli anni del nazionalsocialismo, Hitler mostra di apprezzare l’operato del locale, indicendo pubblici concorsi per i migliori artisti, proibendo però allo stesso tempo la collaborazione di operatori semiti.

Naturalmente il Winter Garten non è il solo locale del genere nella Berlino di allora. I suoi migliori concorrenti sono l’Apollo, il Walhalla e soprattutto la Scala, fondata nel 1920 da Jules Marx, con la particolarità di privilegiare una forma ibrida fra varietà e rivista. L’atmosfera dei locali di spettacolo del tempo è ben ricostruita in Cabaret (1972, Bob Fosse). Nel 1945, il WG, così come la maggior parte degli altri locali pubblici, viene raso al suolo durante i bombardamenti degli alleati sulla capitale tedesca. Ma evidentemente la tradizione del teatro di varietà è ben radicata nella cultura tedesca. Dalla fine degli anni ’80, infatti, è in atto un riflusso positivo del genere, che vede l’apertura di nuovi locali o la riapertura di vecchi in numerose città tedesche.

Nel 1992 viene inaugurato a Berlino, sulla Potsdamer Strasse, il nuovo Winter Garten, con la consulenza artistica di Andrè Heller e Bernhard Paul e quella saltuaria dell’italiano Arturo Brachetti. Altri importanti teatri di varietà sono il Teigerpalast di Francoforte e il GOP di Hannover. Ma da segnalare è soprattutto l’attività del Chamaleon, forse l’unico a proporre un’estetica veramente nuova, un `varietà underground’, che opera in un teatro diroccato al secondo piano di una vecchia palazzina nell’ex Berlino Est, con la direzione artistica del mimo-clown Harald `Hacki’ Ginda.