Villoresi

Ancora ragazzina Pamela Villoresi entra nella filodrammatica del Teatro Metastasio di Prato per poi cominciare a fare le prime esperienze da professionista, sempre nella sua città: nel gruppo Teatro Insieme (1972) e al Teatro Studio (1975). Inizia così una intensa carriera teatrale che la porta a lavorare con M. Missiroli, G. Mauri ( La dodicesima notte ) e G. Cobelli (Prove per una messa in scena della figlia di Iorio, 1973 e La Venexiana , 1977). Nel 1975 Strehler la chiama per Il campiello, primo di una lunga serie di spettacoli al Piccolo Teatro (Clarice nell’ Arlecchino servitore di due padroni, edizione del 1977; Temporale , 1978 ; Minna von Barnheim , 1982; la ripresa delle Baruffe chiozzotte , 1992; L’isola degli schiavi e Le utopie di Marivaux, 1994). A soli ventuno anni viene premiata a Saint Vincent per la sua interpretazione cinematografica nel Gabbiano di M. Bellocchio (1977). Nel 1980 interpreta una intellettuale Lulù di F. Wedekind con la regia di M. Missiroli, lavora poi con A. Innocenti come protagonista di una importante versione di La fiaccola sotto il moggio (1987, regia di P. Maccarinelli) e interpreta una discussa Desdemona nell’ Otello di V. Gassman. Grande successo riscuote come protagonista femminile, al fianco di N. Manfredi, in Gente di facili costumi . Una crisi la porta ad abbandonare Les liaisons dangereous dell’Eliseo, e non riesce a imporre la sua Ninni dallo Scialo di V. Pratolini. È anche la Santa Teresa riscritta da M. Vargas Llosa. Nel 1986 entusiasma i critici a Gibellina per la sua interpretazione della Didone di Marlowe, regia di Cherif, in cui recita anche in arabo. Nel 1992, oltre all’intepretazione di Crimini del cuore , è anche stata direttrice artistica del Festival delle Ville Tuscolane. Si cimenta anche nella regia di Taibele e il suo demone da I. B. Singer e E. Friedman senza lasciare un segno tangibile.