Vallone

Raf Vallone esordisce in teatro nel 1957 con Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller per la regia di Peter Brook, ma, all’epoca, è già nella rosa degli attori più affermati del cinema italiano (Riso amaro di De Sanctis, Il cammino della speranza di Germi, Thérèse Raquin di Carné). L’esperienza del dramma milleriano, che segna la sua maturazione artistica, lo spinge a dedicarsi quasi totalmente al teatro, non solo nella recitazione, ma anche nella regia e nella scrittura drammaturgica. Alla fine degli anni Sessanta è impegnato nuovamente nel dramma di Miller di cui cura anche la regia e poi la messa in scena de Il prezzo. Nel 1970 debutta come autore con Proibito? Da chi?, che però non viene accolto molto positivamente dalla critica. Nel corso degli anni Settanta si divide fra gli impegni teatrali (Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello con la compagnia di J. Bertheau nel 1973, Il costruttore Solness di Ibsen diretto da F. Piccoli nel 1975) e quelli televisivi; si dedica anche alla regia lirica nella quale ottiene un buon successo con Norma di Bellini nel 1974. Nel 1980 torna a dirigere e interpretare una nuova edizione di Uno sguardo dal ponte. Negli anni successivi è impegnato con due registi tedeschi: K. M. Grüber (Nostalgia di Franz Jung, 1984 e La medesima strada di Eraclito, Empedocle, Parmenide, Sofocle, 1988, al Piccolo Teatro di Milano) e P. Stein (Tito Andronico di Shakespeare allo Stabile di Genova, 1989). Nel 1991 dirige Frankie & Johnny di Terence Rattigan, l’anno seguente interpreta Il presidente di Rocco Familiari (testo a lui dedicato) per la regia di K. Zanusi. Nel 1993 è impegnato nella elaborazione e interpretazione di Tomaso Moro dall’apocrifo scespiriano che viene presentato all’Estate teatrale veronese con la regia di Ezio Maria Caserta.