Nel 1940, al termine degli studi di filosofia e teologia David Maria Turoldo è ordinato sacerdote. Attivamente impegnato durante la guerra nella resistenza antifascista, è predicatore presso il duomo di Milano dal 1943 al ’53 e poi parroco nella provincia bergamasca. La sua vasta produzione poetica, saggistica e drammaturgica è distribuita sull’arco di mezzo secolo. Delle sue riflessioni sul senso del cristianesimo nel mondo contemporaneo si ricordano Tempo dello spirito (1960) e Via crucis (1980); mentre tra le raccolte dei suoi versi Lo scandalo della speranza (1978), Il grande male (1987) e, a ridosso della morte, Ultimi canti. La sua opera comprende anche alcuni testi drammatici di ispirazione religiosa: Da una casa di fango (1951), La terra non sarà distrutta (1951), Salmodia della speranza (1965), Il martirio di San Lorenzo (1961, messo in scena prima dall’Istituto del dramma popolare di S. Miniato e poi dallo Stabile di Trieste nel 1967, con la regia di Maffioli). Degli anni 1980 sono La morte ha paura (1983) e Sul monte la morte (1984). Interprete di un cattolicesimo critico, il teatro di Turoldo, influenzato da Eliot, è radicato nella tradizione religiosa del dramma liturgico e della sacra rappresentazione, senza tuttavia rinunciare alla passione e all’impegno civile.