Tumiati

Gualtiero Tumiati si laureò in giurisprudenza ma abbandonò la carriera forense per dedicarsi al teatro. Debuttò nel 1906 come `generico’ nella compagnia De Sanctis, anagrammando il nome in Ugo Mautti Altieri. Il successo arrivò due anni dopo, quando, con la compagnia dei Grandi Spettacoli si impose nei Napoletani di Cossa e ne La maschera di Bruto di Benelli. Fu attore dalle affascinanti sonorità vocali e di elegante presenza. Con sua moglie, Beryl Hight T., pittrice e scenografa, fondò nel 1924 a Milano un teatro d’avanguardia che chiamò Sala Azzurra. Per il Teatro Greco di Siracusa curò la regia e fu interprete applaudito di una serie di spettacoli tra il 1927 e il 1928 (Le nuvole di Aristofane, Il ciclope e Medea di Euripide, Antigone di Sofocle). A Taormina fu protagonista, invece, del Giulio Cesare di Corradini (1928), del Miles gloriosus di Plauto (1929), mentre alle Terme di Caracalla diresse Oreste di Alfieri (1929). Veri e propri trionfi furono nel 1931 L’annuncio a Maria di Claudel e nel 1938 Adelchi di Manzoni, presentato al Lirico di Milano. Dopo la seconda guerra mondiale rivolse la sua attenzione soprattutto al cinema, riservando al teatro l’interpretazione di ruoli secondari. Per il grande schermo vanno ricordate le partecipazioni a Malombra diretto da Soldati (1942) e a Il Cristo proibito di Malaparte (1951). Fu costretto dalla cecità a ritirarsi dalle scene nel 1958, ma ciò non gli impedì di interpretare, nel 1969 a novantatrè anni, il ruolo di Tiresia dell’Edipo re di Sofocle alla Scala. T. diresse anche l’Accademia nazionale d’arte drammatica (1936) e l’Accademia dei Filodrammatici di Milano (1940).