Troisi

Durante gli studi da geometra ancora quindicenne Massimo Troisi fa le prime esperienze teatrali nel suo paese. Nel 1969 fonda, insieme agli amici Lello Arena e Enzo Decaro, il gruppo teatrale I Saraceni che in seguito diverrà La Smorfia. Notati a Roma da Enzo Trapani nel piccolo locale di cabaret La Chanson, il trio nel 1976 si distingue all’interno della trasmissione televisiva Non Stop dello stesso Trapani, riscuotendo un grandissimo successo. A questa trasmissione segue Luna Park (1979), altro contenitore televisivo dedicato ai nuovi comici italiani e alcune fortunate tournée in tutta Italia.

Nel 1981 dopo lo scioglimento del gruppo La Smorfia Trosi esordisce alla regia con Ricomincio da tre, film campione d’incassi che lo rivela come autore (è sua la sceneggiatura) ironico e intelligente, oltre che per la sua irresistibile comicità. Dopo aver partecipato in veste solo di attore a No grazie, il caffé mi rende nervoso (1982) di Ludovico Gasparini, nel 1982 esce il suo secondo film Scusate il ritardo , decisamente meno riuscito della prima opera. È nel 1984 che, insieme a Roberto Benigni, firma la regia e interpreta Non ci resta che piangere che se ha il merito di unire felicemente due comici per molti versi opposti, non mantiene ciò che prometteva.

Troisi reciterà in seguito in Hotel Colonial (1985) di Cinzia Torrini, film giustamente dimenticato, e torna alla regia con Le vie del Signore sono finite (1987), in cui inserisce in una cornice storica evanescente una storia esile e a lui poco consona. Tra il 1989 e il ’90 lavora in tre film di Ettore Scola: Splendor, Che ora è?, e Il viaggio di Capitan Fracassa di cui i primi due in coppia con Marcello Mastroianni. Con la sua quinta regia Pensavo fosse amore…invece era un calesse (1991), Troisi costruisce una storia delicata e divertente, trovando una vena comica convincente e uno stile di regia più che accettabile. Il suo ultimo film sarà un progetto a lui molto caro: la trasposizione cinematografica del romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skarmeta, girato dall’inglese Michael Radford. Il 4 giugno 1994, subito dopo la fine delle riprese, Troisi muore.