Topor

Pittore, disegnatore satirico (ha collaborato alla rivista “Hara-Kiri” e ha pubblicato Les Masochistes ), scrittore di romanzi (Le Locataire e Joko fête son anniversaire ) e di pièce teatrali (Vinci avait raison, messo in scena nel 1985 ai Kammerspiele di Monaco col titolo `Leonardo hat’s gewusst’) e scenografo fra i più originali della seconda metà del secolo, Roland Topor fonda, con Arrabal e Jodorowski, il gruppo neo-surrealista Théâtre Panique. Nel 1972 ottiene un premio speciale al festival di Cannes per Il pianeta selvaggio con René Laloux. La sua prima esperienza come scenografo e costumista risale invece alla creazione dell’opera Le grand Macabre che György Ligeti ha tratto dal testo di Ghelderode (Bologna 1978, regia di Giorgio Pressburger). Prosegue l’esperienza con Les mamelles de Tirésias di Poulenc (1986, Opéra di Lille); Antonio e Cleopatra (Kassel 1989); Tom Johnson, 200 ans , da un’idea di Esther Ferrer (Avignone 1989, coreografia di Giovanna Menegari); Il flauto magico (Essen 1990); Ubu roi , di cui Topor è stato anche regista (Théâtre National de Chaillot, 1992). Qui l’artista francese sottrae lo spettacolo di Jarry alla convenzionale fissità delle marionette grazie al ricorso a strani mutanti. L’essenzialità del tratto, che secondo lo stesso Topor racchiude «il massimo dell’intenzione nel minimo della materia», unita a una violenta forza espressiva che sfrutta la farsa e che talvolta sfiora la pornografia (se non la scatologia), conferiscono al suo stile narrativo un’incisività che va a toccare le più profonde e archetipiche corde dell’immaginario.