Taranto

La carriera teatrale di Nino Taranto è divisa in due parti separate fra loro: la prima, dalla fine degli anni ’20 al primo dopoguerra, è segnata dall’invenzione di straordinarie macchiette comiche; la seconda, dal 1955 fino alla morte, coincise con la riproposizione di molti testi dal repertorio drammatico di Raffaele Viviani. Come macchiettista, Taranto fu secondo solo a Nicola Maldacea e gran parte della sua fortuna fu dovuta tanto al suo intuito artistico quanto alla genialità del duo Cioffi-Pisano (il primo musicista, il secondo poeta) che firmò tutti i suoi successi. Se Maldacea aveva un vasto repertorio di caratteri e personaggi, Taranto insisteva spesso su un solo personaggio, cornuto, un po’ scemo, sfortunato e brutto.

In scena Taranto era elegante, magrissimo e dal profilo arabo: un giorno, quando era ancora agli esordi, per accreditare la sua eccentricità si tagliuzzò la tesa della paglietta con la quale recitava e il pubblico mostrò di gradire la novità. Cioffi e Pisano, ovviamente, colsero l’occasione per scriverci una macchietta (`Ciccio Formaggio’) di immediato successo, dedicata a un certo Carlo Mazza, un tipo stolto ingannato dalla fidanzata la quale, al colmo del disamore, gli taglia i pizzi della paglietta. Ne nacquero poi altre fortunate interpretazioni teatrali (da Mazza, Pezza e Pizzo a Quagliarulo se ne va ), un film molto popolare ( Il barone Carlo Mazza) e una causa (vinta) per diffamazione intentata da certo Carlo Mazza, nobile napoletano vittima di una gravosa omonimia. Quando, dopo la guerra, la rivista mostrò la corda, T. si rilanciò prima nel cinema, recitando accanto a Totò, e poi soprattutto nel teatro di prosa, scegliendo di riportare in scena i capolavori di Viviani (ma anche il Pirandello di Pensaci, Giacomino! ), da L’ultimo scugnizzo (1956) a Guappo di cartone (1959), da La figliata (1960) a Don Giacinto (1961): ne vennero fuori bozzetti d’epoca di memorabile forza espressiva, nei quali il comico si rivelò interprete drammatico di forte personalità e capocomico particolarmente avveduto.