Martinelli

Marco Martinelli è fondatore insieme alla moglie Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni del Teatro delle Albe. La sua attività ha inizio nel 1977 quando insieme a Montanari avvia il suo apprendistato teatrale lavorando in diversi gruppi e allestendo testi di Beckett, Büchner, Campanile. La sua drammaturgia è caratterizzata da una forte narratività che attinge dai registri del comico e del tragico per riscrivere la realtà quotidiana e calarla in personaggi autentici. I suoi testi infatti sono spesso scritti quasi su misura degli attori. Autore di notevole sensibilità artistica, M. è caratterizzato da una scrittura di una levità quasi ingenua ma al contempo incisiva e di grande forza espressiva. Tra i lavori più significativi Ruh. Romagna più Africa uguale (1988), Siamo asini o pedanti? (1990), I refrattari (1992) e I ventidue infortuni di Mor Arlecchino (1993), rielaborazione goldoniana che ha avuto molta risonanza in Italia e in Europa e tradotta in diverse lingue, centrata sulla singolare figura di un Arlecchino africano. Operazione significativa, voluta da Martinelli, è stata l’acquisizione nella compagnia delle Albe di attori senegalesi e la collaborazione con altre realtà teatrali quali il Kismet Opera di Bari e Tam Teatromusica di Padova con cui ha realizzato All’Inferno (1996), un affresco da Aristofane, splendido esempio di meticcio teatrale nel quale musiche, lingue e dialetto si sposano in una sintesi di alto valore artistico-comunicativo. Con instancabile vitalità espressiva, Martinelli ha partecipato a numerosi progetti e convegni internazionali di teatro, a Lisbona, Copenaghen, Stoccolma, Cambridge. Nel 1991 è stato nominato direttore di Ravenna Teatro, centro per la ricerca teatrale attivo al Teatro Rasi di Ravenna, in cui opera stabilmente il Teatro delle Albe, insieme alla Compagnia Drammatico Vegetale. Nel 1995 vince il premio Drammaturgia In/Finita, promosso dall’università di Urbino, con il testo Incantati , una parabola sul gioco del calcio nella periferia romagnola. Nel 1996, in qualità di direttore artistico, ritira per Ravenna Teatro il premio Ubu per l’impegno e la ricerca linguistica, mentre nel 1997 vince il premio Ubu per la drammaturgia di All’Inferno . Il suo ultimo lavoro, Perhinderion , di cui è coautore insieme al poeta Nevio Spadoni, ha debuttato nel luglio 1998 al Teatro Rasi di Ravenna. Sospeso tra il libero esercizio del fantastico e la cruda realtà della terra di Romagna, il testo di M. ha per tema principale l’ossessivo rapporto tra madre e figlio. Sacralità e senso del profano per questa ultima operazione di M. nata sotto l’ala di Alfred Jarry a cui si è ispirato (Les jours e les nuits e L’amour absol) e nei continui rimandi al dialetto, che rendono mirabilmente il nucleo emotivo dei luoghi in cui è ambientato. Spettacolo onirico in cui il triplice omicidio `officiato’ sulla scena dai figli, amanti sacrileghi, di madri-Madonne, riconduce al bisogno iterativo di ogni uomo di liberarsi dai retaggi infantili e al contempo prende le distanze dall’assunto teologico cristiano.

Ravenna Teatro

Nato nel 1991 dalla fusione del Teatro delle Albe (fondato da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadini e Marcella Nonni) e la Compagnia Drammatico Vegetale (nata nel 1974 ad opera di Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni, Ezio Antonelli e Maurizio Martini) di cui Marco Martinelli cura la direzione artistica, Ravenna Teatro è anche centro di produzione e svolge attività pedagogica, organizza inoltre seminari e laboratori teatrali. Le due compagnie che lo costituiscono si caratterizzano per il lavoro di sperimentazione ma, si diversificano per le differenti poetiche: la Compagnia Drammatico Vegetale sviluppa il suo lavoro nell’ambito del binomio linguaggio-musica operando nel settore teatro-ragazzi e di figura (Sogno di una notte di mezza estate, 1983; I viaggi di Simbad dalle Mille e una notte, 1981; Fil di suono, drammaturgia Drammatico Vegetale, 1966; La volpe Renarda 1997; Il viaggio in aereo, drammaturgia Drammatico Vegetale, 1997); il Teatro delle Albe a sua volta fin dal suo primo anno di vita (1983) ha sviluppato il proprio percorso intrecciando la ricerca del `nuovo’ alla lezione della grande tradizione teatrale.

Lo stesso Martinelli (regista e drammaturgo) scrive i testi e le storie pensandole per gli attori con cui lavora, i quali non si limitano ad interpretare ma sono veri e propri coautori degli spettacoli. Fondamentali all’interno del gruppo, oltre alle personalità di notevole qualità letteraria drammaturgica e registica di Martinelli, l’interpretazione visionaria e la vocalità inquietante di Ermanna Montanari e il lavoro sulle favole tradizionali di Luigi Dadina. Nel 1988 la compagnia del Teatro delle Albe acquisisce al suo interno attori senegalesi: Mandiaye N’Diaye, Mor Awa Niang e El Hadyi Niang. La formazione, divenuta afro-romagnola, pratica un originale ‘meticcio teatrale’ che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici.

Gli spettacoli da Ruh. Romagna più Africa uguale (1988), fino All’Inferno (1996), affresco di varie commedie di Aristofane coprodotto con il Kismet Opera di Bari e il Tam Teatromusica di Padova, evidenziano la volontà del Teatro delle Albe di superare i limiti barriera nazionali e fare agire un teatro universale che pensi e rifletta su questo fine millennio. Nel 1991 con i Ventidue infortuni di Mor Arlecchino , rivisitazione goldoniana che ha visto la convincente interpretazione di Mor Awa Niang nel ruolo principale e la creazione della coppia nera Arlecchino-secondo Zanni, il Teatro delle Albe confluisce in R.T., arricchendosi di nuovi confronti con la Compagnia Drammatico Vegetale. Connotata da una poetica calda e raffinata, popolare ma non per questo priva di sottesi e arguti contenuti `politttttttici’ (il termine è stato coniato dallo stesso Martinelli, per sottolineare il bisogno di creare «inciampo nella resistenza al sopruso») il nuovo gruppo di Ravenna Teatro (premio Ubu 1996, per l’impegno e la ricerca linguistica), porta avanti la «coltura teatrale della città», ospitando gli spettacoli di altri gruppi e svolgendo un’intensa attività pedagogica nelle scuole. Nel 1997 nasce `Guediawye Theatre’, un centro attivo nella periferia di Dakar diretto da Mandiaye N’Diaye, la cui finalità è costruire eventi e spettacoli tra Ravenna e Dakar, in grado di approfondire e ampliare quei segni di `meticcio teatrale’ che hanno fatto delle Albe un’esperienza unica.