Karsavina

Figlia del ballerino e insegnante del teatro Marijnskij di Pietroburgo Platon Karsavin, Tamara Platonovna Karsavina frequentò la Scuola imperiale di ballo con Pavel Gerdt, Christian Johansson e anche con il celebre Enrico Cecchetti, già al tempo dei Balletti Russi (primo decennio del secolo). Il debutto avvenne in Javotte (1902) al Marijnskij, teatro di cui divenne nel 1909 prima ballerina. In quell’anno Diaghilev l’assunse nel complesso dei Ballets Russes appena istituito con esordio a Parigi. In coreografie di Fokine, spesso accanto a Nijinskij, K. emerse subito e divenne una delle danzatrici preferite del pubblico parigino per l’eleganza, la grazia delle sue interpretazioni, anche se restia ad adeguarsi al rinnovamento della coreografia. Dapprincipio danzò le coreografie di Fokine: Les Sylphides, Cléopâtre, L’oiseau de feu, Le spectre de la rose, Narcisse, Petruška, Le Dieu bleu, Thamar, Daphinis et Chloé, Papillons, Le Coq d’or, tutte creazioni presentate tra il 1909 e il ’14.

Seguì poi un nuovo indirizzo, quando Nijinskij diede una svolta alla sua creatività; si era nel 1913, anno del Sacre du printemps di Stravinskij, e anche di Jeux di Debussy, primo balletto con soggetto contemporaneo nel repertorio di Diaghilev, gioco dello sport (il tennis) e dell’amore a tre (una delle ragazze era per l’appunto Tamara Karsavina). Rivolta anche al `carattere’, Tamara Karsavina si affidava alle cure interpretative del Sombrero de tres picos (musica di Falla) e del Pulcinella di Stravinskij tra il 1919 e il ’20, coreografie di Massine. Nel 1918 si era già trasferita a Londra, dopo essersi sposata in seconde nozze con il diplomatico inglese J. Bruce, non trascurando il teatro, artista ospite sempre con i Ballets Russes di Diaghilev e il nascente Ballet Rambert (1930-31). Da questo momento K. si fece forza incentivante per le sorti del balletto inglese. Nel 1955 assunse la carica di vicepresidente alla Royal Academy of Dancing, divenne insegnante di mimo e consulente attiva per i balletti del repertorio djagileviano da riprodurre. Fu autrice di un’autobiografia, Theatre Street (1930) e di altri libri: Ballet Technique (1956), Classical Ballet: The Flow of Movement (1962), testi che rivelano la grande esperienza didattica di una delle più intelligenti ballerine della storia del balletto del ventesimo secolo, nonché la grande influenza che esercitò sul mondo della danza.