soubrettina

Il diminutivo soubrettina stava a indicare la posizione nel cast: meno rilevante di quella della soubrette, primadonna assoluta con nome in `luminosa’, più importante di quello delle ballerine di fila. Svolgeva precisi compiti nella rappresentazione. Recitava in piccoli ruoli (l’infermiera nello studio dentistico, la fidanzatina che il comico abbandonava per la `fatalona’ soubrette, la camerierina piccante nel saloon). E un ruolo obbligato a fine recita: le soubrettine erano `sipariste’, specializzate cioè nell’accompagnare i due lembi del sipario nel suo chiudersi e dischiudersi durante i ringraziamenti e le sfilate in passerella. Le più note, in questa bisogna, furono Magda Gonnella e Wilma Baschetti, le `bimbe atomiche’. Le soubrettine erano di solito due: furono addirittura quattro in La granduchessa e i camerieri di Garinei e Giovannini, 1955-56, con Wanda Osiris e Billi e Riva: Franca Gandolfi (avrebbe sposato Domenico Modugno), Ondina di San Giusto, Franchina Cerchiai e Primarosa Battistella.

Prima caratteristica della soubrettina era il corpo statuario, «con più curve del tracciato delle Mille Miglia». Corpo che andava esibito senza veli o quasi: un reggiseno spesso formato da due stelline argentate e uno slip uguale a un «triangolino luccicante, posto molto più in giù dell’ombelico e molto più su delle anche». Non si chiamava ancora tanga, ma era proprio quello. Baby Scruggs, creola, nella rivista Il terrone corre sul filo con Nino Taranto e Tina De Mola, aveva sui capezzoli due fiocchetti che faceva roteare vorticosamente. Gilda Marino, soubrettina di Caccia al tesoro di Garinei e Giovannini (rivista mutuata da famosa trasmissione radiofonica) al Teatro Mercadante di Napoli, la sera del 19 gennaio 1954, venne multata in scena dal capitano dei carabinieri. Luogo per `atti osceni in luogo pubblico’: durante un balletto, era saltato il bottoncino del reggipetto (forse non casualmente, trattandosi di incidente a ripetizione…). La s. aveva concluso il numero a seno scoperto, tra applausi scroscianti.

Analogo `imprevisto’ accadde una sera a Flora Lillo, nella rivista Buon dì zia Margherita , 1950. La s. venne convocata in commissariato. Nella rivista Il cielo si coprì di stelle di Rubens, 1945-46, con Antonio Gandusio e Lilla Brignone, il recensore sentenziò: «Si salvano solo tre cose: la comicità nuova di Walter Chiari e le cosce di Marisa Maresca, opulente come un teatro esaurito». Lilly St. Cyr al posto dello slip indossò, in un `burlesque’, una cintura di castità, e si immaginino le battute sulla chiave. In qualche caso, siamo in clima `È nata una stella’: nella rivista Un juke-box per Dracula, con il trio Sandra Mondaini, Gino Bramieri e Raimondo Vianello, il rinforzo `cinematografico’ di Carlo Ninchi e i balletti di Paul Steffen interpretati da Evelyn Greaves, stagione 1959-60. La prima ballerina si ammala e viene sostituita da Marisa Ancelli, soubrettina che conserverà il ruolo di soubrette e prima ballerina in Hobbyamente, 1965-66, con Bramieri e M. Del Frate, e soprattutto in molti show televisivi (“Vengo anch’io…”), là dove però le proibiscono di indossare costumi succinti, perché `troppo avvenente’. In teatro, i confini del pudore erano più ampi. Il costume della soubrettina si definiva `puntino’. E tale doveva essere.