simbolista,

Il teatro simbolista nasce in aperta polemica tanto con il naturalismo di Antoine quanto con la drammaturgia ufficiale e neoromantica alla Rostand e alla Dumas figlio. Paul Fort fonda, nel 1890, il Théâtre d’Art, luogo in cui si prefigge di interpretare ‘l’idéal ‘, ossia quel polo dello spirito individuato per primo da Baudelaire, che ambisce a disfarsi della trappola del reale (e del realismo) per assurgere a un assoluto che sfugga alle leggi del tempo. In questo teatro di grande sperimentazione, spesso dilettantesca, sono rappresentati, tra gli altri, i testi di Rachilde (Madame la Mort), Pierre Quillard (La fille aux mains coupées ), Maeterlinck (L’Intruse e Les Aveugles ), Catulle Mendès (Le Soleil de Minuit). L’esperienza del Théâtre d’Art finì in una grande bagarre il giorno in cui si tentò di concretizzare, nello spazio teatrale, una sinestesia baudelairiana (con tanto di musiche e profumi diffusi in sala).

Nel 1892, dunque, il teatro chiude. L’anno seguente, il 17 maggio, Lugné-Poe mette in scena, al Théâtre de l’Oeuvre, il Pelléas et Mélisande di Maeterlinck. Convinto, almeno in una fase iniziale, del superamento della supremazia della rappresentazione e dell’importanza del valore semantico-simbolico di ogni elemento scenico – il che si traduceva, a livello della messa in scena, nella dizione regolare e impersonale del testo, nella lentezza dei movimenti degli attori, spesso nascosti dietro un sipario di velo, nella penombra in sala, nella suggestione della musica, delle immagini e dei profumi -, Lugné-Poe fa conoscere al pubblico un teatro considerato, fino a quel momento, irrappresentabile: Axël di Villiers de l’Isle-Adam (1885), La Tentation de Saint Antoine di Flaubert (1874), Peer Gynt (1867), Salomé di Oscar Wilde, Brocéliande di Jean Lorrain, La Gardienne di Henri de Régnier; inoltre, introduce sulla scena francese il repertorio scandinavo (Ibsen, Strindberg) e anglo-irlandese (Synge e Bernard Shaw).

Nel 1897 Lugné-Poe si allontana dalla scuola ‘idealista’, da lui accusata di perseguire tendenze eccessivamente mistiche e mette in scena il celebre e provocatorio Ubu re di Alfred Jarry. Quando allude al misticismo, Lugné-Poe pensa a personaggi quali Joséphin Péladan (Les fils des étoiles, Babylone) fondatore del Théâtre de la Rose-Croix e assertore della natura religiosa dell’esperienza teatrale; oppure agli epigoni wagneriani, entusiasti della mitica sintesi delle arti ottenuta nelle opere del grande compositore tedesco (Dujardin, Théodore de Wyzéwa). Il teatro simbolista trova asilo, nei primi decenni del ventesimo secolo, in tre sale, che hanno, tuttavia, vita breve: il Théâtre Idéaliste (Bordeaux 1911-1918), il Théâtre Esotérique (1923-1927) e il Théâtre des Poètes (1926), gli ultimi due fondati da Paul Castan. Secondo il giudizio di Mariangela Mazzocchi Doglio, «a queste opere drammatiche che rimasero spesso nei limiti della ricerca e della sperimentazione, va tuttavia il merito di aver iniziato un discorso di rottura dei canoni tradizionali del teatro e di aver preparato la base culturale alla spinta innovativa che verrà realizzata alcuni anni più tardi dai Balletts Russes e da Stanislavskij, dal Vieux-Colombier e da Antonin Artaud, da Gordon Craig e da Appia».