Biondo

Il Teatro Biondo è stato inagurato il 15 ottobre 1963 con una commedia realizzata dalla Compagnia Drammatica italiana diretta da Ermete Novelli. Dopo aver ospitato numerose e prestigiose compagnie che hanno segnato la storia del Teatro drammatico italiano venne trasformato nel 1968 in Fondazione Andrea Biondo. Nel 1978 alla direzione del teatro subentrò Pietro Carriglio. In quell’anno il B. realizzò la sua prima produzione: Cagliostro dei buffoni dell’autore palermitano Salvo Licata. Grazie alla direzione di Carriglio e a una progettualità di ampio respiro e a una progettaualità di ampio respiro, la Fondazione Biondo si trasformò in un teatro di produzione. Nel 1983 il Ministro del Turismo e dello spettacolo inserì il B. tra gli organismi teatrali stabili a gestione pubblica. Quattro anni dopo, il 31 dicembre 1986 venne sottoscritto l’atto costitutivo dell’Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo. Nel 1991 Pietro Carriglio lascia la direzione del Teatro per andare a dirigire il Teatro Stabile di Roma; gli subentra Roberto Guicciardini fino al settembre del 1998. Nell’ottobre dello stessso anno Carriglio ritorna a Palermo nuovamente guida dello Stabile, che si avvale anche di un Ridotto di trecento posti, diventando un vero e proprio laboratorio della drammaturgia italiana ed europea del Novecento.

Teatro Libero

Fondato nel 1968 da Benno Mazzone (ancora attuale direttore artistico), docente dal 1992 di Storia del teatro e dello spettacolo presso l’Università del capoluogo siciliano. Nato sulle ceneri dell’esperienza del Centro universitario teatrale, Teatro dei 172, di cui lo stesso Mazzone è stato direttore dal 1965 al ’68, si è ben presto trasformato in compagnia di ricerca. La prima stagione del Teatro Libero si inaugura con il provocatorio Insulti al pubblico di Peter Handke (1969), spettacolo firmato da B. Mazzone che sin dagli inizi dell’attività esplicitò l’intento dissacratorio, nei confronti del teatro convenzionale, di rompere gli schemi del teatro borghese e di cancellare il confine tra palcoscenico e platea.

La prima sede del teatro fu una soffitta di due stanze in via Orsini, laboratorio del primo spettacolo che di lì a poco sarebbe stato presentato nei vecchi locali del Goethe Institut di via Libertà. Un anno dopo, come diretta espressione del Teatro Libero, nasce il Festival Incontroazione (1970), rassegna annuale (fino a oggi) e vetrina del teatro di ricerca contemporaneo. Nel 1977 il Teatro Libero cessò di essere una struttura di studenti-attori e si diede un assetto professionale a tutti gli effetti, mettendo in scena Itinerario numero 15, uno spettacolo che utilizzava tutti i punti dello spazio, dall’ingresso alla cucina dell’ex mensa della Casa dello studente messa a disposizione dall’università palermitana. La maggior parte delle produzioni del Teatro Libero reca la firma di B. Mazzone. Tra le più significative si ricordano Pretesto per una esposizione (1970), Ubu re di A. Jarry (1974), Nozze piccolo borghesi di Brecht (1975), Donne in amore di Pam Gems (1991), Le notti bianche da Dostoevskij di Ludwik Flaszen (1991), El salvator di Rafael Lima (1996). L’ultima produzione del 1998 che ha varato la trentesima stagione è Turbinio d’acciaio con la regia di Mazzone.

Andò

Andò Roberto in teatro ha presentato: La foresta-radice-labirinto, da un testo di Calvino (musiche di Francesco Pennisi; scene di Renato Guttuso); Dialoghi di Jean Genet e Tahar Ben Jelloun; La sabbia del sonno , con musiche di Luciano Berio, Marco Bena e Aldo Bennici; L’esequie della luna , ispirato a un testo di Lucio Piccolo (musiche di Francesco Pennisi; scene di Enzo Cucchi). Nel 1992 realizza per la Biennale di Venezia La madre invita a comer di Luis De Pablo (testo di Vicente Molina-Foix). Nel 1994 firma assieme a Daniele Abbado e Nicola Sani l’opera multimediale Frammenti sull’apocalisse , interpretata da Moni Ovadia, con cui il regista aveva già lavorato in Diario ironico dall’esilio . Nel 1994 presenta il suo primo film, Robert Wilson Memory Loss , nella sezione `Finestra sulle immagini’ alla Mostra del cinema di Venezia. Ha successivamente curato la regia di Mittersill 101 (musiche di Giovanni Sollima; testi di Dario Oliveri). Nel 1997 va in scena al Teatro Studio di Milano Il caso Kafka – scritto da A. con Moni Ovadia – dove l’emblematica vicenda dell’attore ebreo Jizchak Löwy (interpretato da Moni Ovadia) e l’opera di Kafka – che si riflette nell’atmosfera e nel linguaggio dello spettacolo – sono il tramite per indagare il `peso’ del passato e il senso dell’identità personale.