Orfei,

Recenti studi sembrano attestare che il nome Orfei appare nell’ambito delle compagnie teatrali itineranti, eredi della commedia dell’arte, già prima del 1820. È questa però la data indicata per l’inizio della dinastia, visto che segna la nascita del capostipite, Paolo, il quale lascia la vocazione religiosa (era sacerdote a Massalombarda) per tentare la carriera di saltimbanco. Da Pasqua Massari (Argenta, Ferrara, 1834) ha Ferdinando, suonatore di tromba, il quale crea il primo modesto circo Orfei che, nella consuetudine dei saltimbanchi dell’epoca, presenta spettacoli basati su commedie e acrobazie. Ferdinando sposa Maria Torri, che gli dà sei figli: Enrico, Orfeo, Vittoria, Paolo, Giovanna e Cecilia. Sarà Orfeo ad aprire il secolo dirigendo, negli anni ’30, il Circo Orfeo Orfei, che passa poi sotto il figlio NandinOrfei Discende però da Paolo (detto `Paolino’) l’odierna attività circense. Paolo sposa Ersilia Rizzoli (`cantatrice’ e comica, sorella del burattinaio Aldo Rizzoli) che gli dà cinque figli, quasi tutti importanti nell’affermazione del nome: Riccardo `Bigolon’ (1908-1942), comico saltatore e suonatore, padre di Miranda (vero nome di Moira), Paolo II e Mauro; Paride `Pippo’ (1909-1956), clown e saltatore, padre di Ferdinando (Nando), Liana e Rinaldo; Miranda (1913-1988), madre di Massimo Manfredini e Daniele Orfei, avuto in secondo matrimonio; Irma (1916), funambola che si ritira dal circo a seguito del matrimonio; e Orlando, il più celebre della sua generazione, colui che, attorno agli anni ’50, afferma definitivamente la casata con il Circo nazionale Orfei, diretto inizialmente assieme a Miranda e Paride. Nel 1968, quando Orlando parte per il Brasile, il complesso prende il nome di Miranda Orfei e viene diretto da Massimo Manfredini (1929) e Daniele Orfei (1950). Ma dagli anni ’60 in poi sono i complessi di Moira e quelli di Liana, Nando e Rinaldo a mantenere alto il nome della famiglia. Negli anni ’80 nasce poi il deleterio fenomeno dei `finti Orfei’ o `orfeini’. Si tratta di parenti alla lontana, omonimi o addirittura persone che cambiano il cognome all’estero (dove ciò è concesso) e lo `affittano’ a complessi circensi di bassa categoria, che riescono così a millantare un credito che in realtà non hanno. Questo fenomeno crea non pochi problemi al settore: il pubblico si reca al circo convinto di assistere a uno spettacolo di un certo livello e viene invece deluso da esibizioni che nulla hanno a che fare con la tradizione della grande famiglia circense. A nulla valgono gli appelli in tribunale della famiglia Orfei: pare che le normative vigenti non siano in grado di tutelare i marchi circensi.