Vasil’ev

Dopo gli studi universitari a Rostov, Anatolij Vasil’ev lavora come ricercatore in un istituto di chimica in Siberia, poi su un battello impegnato in ricerche oceanografiche. Nel 1968 si iscrive al GITIS (Istituto di Stato per il Teatro) di Mosca, e segue gli insegnamenti di A. Popov e M. Knebel, già allieva di Stanislavskij. Nel 1973, una volta conseguito il diploma in regia, entra al MKat (Teatro d’Arte di Mosca): alla sua prima regia, Assolo per orologio a pendolo di O. Zagradnik, fanno seguito la prima versione di Vassa Zeleznova di Gor’kij (1978) e La figlia adulta di un uomo giovane di V. Slavkin al Teatro Stanislavskij di Mosca (1979) che lo consacrano regista di successo. Lavorando sempre con lo stesso gruppo di attori, ed affrontando la cosiddetta ‘nouvelle vague sovietica‘ (Novaja Volna), Vasil’ev suscita interesse perché affronta temi quotidiani della generazione dei quarantenni e per le sue innovative teorie estetiche.

Approdato al teatro della Taganka di J. Ljubimov, dopo essere stato costretto ad abbandonare il Teatro Stanilavskij, il regista, nel 1982, inizia le prove di Cerceau, la nuova pièce di V. Slavkin che, pur non raggiungendo livelli eccelsi, rimane una pietra miliare del Teatro. Nel 1982, in un nuovo fermento culturale che anima la città, Vasil’ev presenta una bellissima edizione dei Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, dapprima al GITIS, poi nel suo nuovo teatro, la Scuola d’arte drammatica di via Povarskaia, (attiva dal 24 febbraio 1987). Nel 1990 mette in scena Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, e due anni dopo presenta Il ballo in maschera , di Lermontov alla Comédie-Française; nel 1994 Il sogno dello zio tratto da Dostoevskij, prima a Budapest poi a Mosca (e dello stesso autore metterà in scena anche I demoni e Il giocatore, 1997); infine nel 1997 Le lamentazioni di Geremia, libro dell’Antico Testamento trasposto in canto, per il quale riceve due Maschere d’oro, premio nazionale della Russia.

Fautore di un rigoroso metodo di lavoro sull’attore, Vasil’ev si richiama alla scuola stanislavskiana e all’Etjud (‘studio’, detto anche `metodo dell’analisi dell’azione’): processo di lavoro, dalle forti connotazioni pedagogiche, finalizzato all’acquisizione del testo e costituito da improvvisazioni che si svolgono parallelamente e contemporaneamente all’azione della pièce, cui prende parte tutto il gruppo di attori senza ruoli prestabiliti. Le fasi di lavoro di Ciascuno a suo modo di Pirandello (Mosca, Roma, 1991-92) sono state aperte al pubblico e da allora gli Etjud prevedono una fase performativa pubblica. Tra i tanti riconoscimenti al suo lavoro due premi Stanislavskij (1988 e 1995), il Cavalierato delle arti e delle lettere in Francia (1989), il premio Europa a Taormina (1989).