Rossi

Milanese d’adozione, Paolo Rossi è stato soprannominato il ‘Lenny Bruce dei Navigli’. A una comicità aggressiva, spesso dura, contrappone una vena poetico-surreale che gli consente di parlare di questioni politiche e sociali con estrema grazia e lucidità. Recitare per colpire allo stomaco, picchiare duro, essere contro: tematiche da rocker che anche senza il classico ‘physique du rôle’, raggiungono sempre l’obiettivo. Rossi infatti è stato uno dei pochissimi artisti che è riuscito ad accostare il pubblico dei tendoni rock e dei centri sociali a quello teatrale. Con una formazione doc firmata Piccolo Teatro di Milano, dopo aver calcato come comico il palcoscenico di diversi club tra cui l’immancabile Derby, arriva al teatro grazie a Dario Fo che lo scrittura per L’histoire du soldat (1979-80).

Gli inizi degli anni ’80 sono poi caratterizzati da un’intensa collaborazione con il Teatro dell’Elfo con il quale realizzerà uno degli spettacoli cult del teatro off milanese, Nemico di classe di T. Williams. Seguiranno testi classici come La tempesta di Shakespeare in coppia con Carlo Cecchi (1984) e Comedians, spettacolo-trampolino di lancio per molti comici tra cui B. Storti, A. Catania, C. Bisio, G. Palladino. Ma è nell’86 che l’imprevedibile `piccolo grande comico’ sorprende il suo pubblico con uno spettacolo decisamente fuori dalle sue corde abituali: Reccital. Settespettacoli , in cui, seguendo il forte richiamo del soul, l’artista esordisce nel ruolo dell’intrattenitore, a cui seguirà Chiamatemi Kowalski (1987). Passa poi all’antimusical sociale con Le visioni di Mortimer (1988-89) diretto da Giampiero Solari, prima di immergersi, nel 1990, nella rilettura di classici teatrali come L’opera da tre soldi di J. Gay (titolo che nella sua versione diventa La commedia da due lire ), mentre con il monologo Operaccia romantica , scritto come molti altri suoi spettacoli con Gino e Michele, riscuote notevole successo di pubblico e di critica.

Dapprima nel cinema e in seguito in tv, Rossi si conferma attore a tutto tondo. Al fianco di V. Capossela in Pop & rebelot fino al vaudeville più aggiornato di Canzonacce. Dal night a Shakespeare , l’artista fonda con L. Vasini e G. Solari la compagnia Lesitaliens (1994-1995) che a pochi mesi di vita allestì Jubilaum di G. Tabori coprodotto con AstiTeatro 15, Milanon Milanin e Il circo di Paolo Rossi, uno spettacolo che ha raggruppato diciotto artisti in tournée con un teatro-tenda che ha girato tutta l’Italia. Le stagioni teatrali dai 1995 al 1998 hanno visto protagonista di Rabelais, una divertente messa in scena in omaggio al famoso scrittore francese e alla sua opera Gargantua e Pantagruel. Nella stagione 1988-99 comincia un importante lavoro su Arlecchino rielaborando sia l’insegnamento di Strheler (con cui avrebbe dovuto interpretarlo) sia quello di Dario Fo.