Vitti

Dopo il liceo, Monica Vitti (Maria Luisa Ceciarelli) si iscrive all’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’, diplomandosi nel 1953. Se è il cinema ad averla resa famosa, prima con la trilogia di Antonioni (L’avventura, 1959; La notte, 1961; L’eclisse, 1962, alla quale si aggiunge Deserto rosso, 1964), poi con una carrellata di personaggi comici, ma di spessore (diretta da Scola, Monicelli, Risi, Sordi), è dal teatro che ha cominciato la sua carriera di attrice duttile, affermandosi tanto nei ruoli drammatici quanto in quelli comici. Il suo esordio fu all’interno della compagnia di Sergio Tofano nello spettacolo Il signor Bonaventura , dove interpretava il fedele cane bassotto del protagonista. Dopo aver preso parte a La mandragola di Machiavelli per la regia di Pagliero e Lucignani (1953) ed essere apparsa nella rivista Senza rete di Bonucci e Panelli (1954-55), nel 1956 interpreta Bella nella commedia omonima di C. Meano e Ofelia nell’ Amleto di R. Bacchelli; quindi partecipa insieme a A. Bonucci, G. Tedeschi e B. Valori a Sei storie da ridere per la regia di Mondolfo. Nel 1957 è interprete, con la compagnia Sbragia-Lisi-Ronconi, di Io sono una macchina fotografica di J. Van Druten, diretto da Antonioni, Scandali segreti di Antonioni e E. Bartolini e Ricorda con rabbia di Osborne. Contemporaneamente, sempre con Antonioni – che a Milano dirigeva anche la Compagnia del Nuovo, di cui la Vitti era primattrice – interpreta numerosi personaggi umoristici e patetici in pièce di Courteline, Feydeau e Ionesco. L’anno seguente, per la regia di Mondolfo, interpreta I capricci di Marianna di De Musset. Nella stagione 1964-65, nel pieno della sua prolifica carriera cinematografica, recita in Dopo la caduta di Miller, diretta da F. Zeffirelli. Più recentemente è tornata al teatro con un ruolo brillante nella riuscita edizione al femminile di La strana coppia di N. Simon (1986), affiancata da R. Falk e con la regia di Franca Valeri.