Chat noir

Il locale Chat noir ospitava recital di chansonniers (Satie vi si esibiva al piano), monologhi satirici, scambi di battute con il pubblico basati sull’improvvisazione e si caratterizzava per la proiezione di ombre cinesi – ideate da Henry Rivière e Caran d’Ache – su un grande telone bianco sormontato dall’immagine di un gatto alato nell’atto di graffiare la borghesia, rappresentata da accademici in marsina. La domenica sera era offerta la possibilità di esibirsi a chiunque volesse approfittarne. Il grande successo ottenuto dallo Chat noir, che incontrò in particolare il favore degli artisti e di chi accorreva per assistere alle loro anticonformiste esibizioni, costrinse il proprietario a trasferirsi in uno spazio più grande, in rue Victor Massé. Il trasloco diede l’occasione per creare un rumoroso corteo carnevalesco che coprì al lume delle fiaccole il tragitto dalla vecchia alla nuova sede del locale. Questa prima fortunata esperienza stimolò l’apertura di altri cabaret nella capitale francese.