Limón

Interprete dalla spiccata personalità e creatore di uno stile dai movimenti fluidi, eleganti e respirati più che di una tecnica, José Limón è stato uno degli esponenti più illustri della modern dance e il discepolo più famoso di Doris Humphrey. Da giovane studiò pittura a Los Angeles, ma una volta arrivato a New York venne folgorato da uno spettacolo di H. Kreutzberg e Y. Georgi e decise di dedicarsi alla danza. Nel 1930 iniziò a studiare presso lo studio di Humphrey-Weidman, di cui divenne presto membro della compagnia. Fisico scultoreo, volto dai tratti nobili e austeri e un talento magnetico, L. fu l’interprete preferito dalla Humphrey che per lui disegnò coreografie su misura come Day on Earth (1947), Lament for Ignacio Sanchez Mejiás (1947) – il suo cavallo di battaglia -, Night Spell (1951) o Ritmo Jondo (1953). Fin dagli anni ’30 manifestò un istinto coreografico, influenzato nelle strutture da quello di Humphrey ma dai contenuti inclini più al misticismo e alle passioni umane, ma solo a partire dal 1946 vi si dedicò interamente. Nel 1945 – dopo aver prestato servizio militare per due anni – fondò la sua compagnia, della quale facevano parte Betty Jones, Pauline Koner, Lucas Hoving, e chiese a Humphrey, ritiratasi dall’attività di danzatrice, di esserne la direttrice artistica. Una decisione che si rivelerà felice per entrambi, dando la possibilità a Humphrey di continuare a esprimersi e a L. di assorbirne l’eredità coreografica. Lontano dagli astrattismi concettuali che fermentavano nei lavori dei suoi contemporanei, L. preferì aderire a una danza emozionale e rappresentativa. Grande umanista della modern dance creò il suo capolavoro con The Moor’s Pavane , del 1949, efficace sintesi del dramma della gelosia di Otello in quattro personaggi, entrato in repertorio anche presso l’American Ballet. Orchestrato armonicamente, sovrapponendo alla struttura della pavana e di altri balli di corte i modelli formali della modern dance, The Moor’s Pavane è un ingranaggio perfetto che esplora la dinamica delle passioni, dall’amore all’odio, dalla gelosia alla vendetta. Tra gli altri suoi lavori: La Malinche (1949), drammatico trio basato sulla vera storia di un’india al tempo di Cortez, The Unsung (1970), danzato da soli uomini in silenzio in omaggio ai guerrieri indiani. Dalla tensione mistica di L. viene il mosaico circolare di There is a Time (1956), ispirato a un passo dell’ Ecclesiaste , la corale maestosità della Missa Brevis (1958), il duetto biblico di The Exiles . L’intensità dell’operato di L. è stata tale che anche dopo la sua morte la compagnia è rimasta unita sotto la direzione di Carla Maxwell, una delle sue interpreti predilette, prodigandosi per il mantenimento e la diffusione delle sue coreografie.