Paone

Remigio Paone è stato, soprattutto e innanzi tutto, un innamorato del teatro, teatro musicale, rivista, varietà, tournée di grandi figure straniere o di jazzisti, teatro di prosa, dal più rassicurante alle imprese più spericolate, gestore di teatri, e anche se non ha scoperto certe star nostrane le ha aiutate a formarsi e a qualificarsi. Esordisce come giornalista, cronista parlamentare de “Il Mondo”, ma la sua passione per il teatro lo spinge a far parte di un gruppo di giovani (Compagnia degli Sciacalli) decisa a combattere il vecchio teatro e a sostenere Pirandello e il Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia. Nel 1929 Sem Benelli lo fa diventare socio e capocomico della Benelliana, e nel 1930 produce il suo primo spettacolo La veglia dei lestofanti che altro non è se non L’opera da tre soldi di Brecht. Continua a occuparsi della Benelliana nel 1931 e nel ’32 e poi, nel ’34 fonda l’UNAD (Unione Nazionale Arte Drammatica) che diventerà l’UNAT, (Unione Nazionale Arte Teatrale), di cui Paone è direttore.

Paone racconta di essere stato perseguitato dal fascismo che peraltro lo ha lasciato alla testa di una agenzia teatrale (l’UNAT) praticamente di stato, per parecchi anni. Nel 1938 però, Paone lascia l’UNAT e diventa esercente, in società con Angelo Rizzoli, del Teatro Nuovo a Milano: oltre al Nuovo ha gestito per dieci anni il Carignano di Torino e poi anche il Manzoni di Milano e il Quattro Fontane di Roma. La sua `ditta’, chiamata Errepì, produce sia riviste sia prosa: nel ’49 una compagnia Ruggeri-Gramatica, nel ’54 quella compagnia De Lullo-Falk-Buazzelli-Guarnieri che evolverà (con Romolo Valli al posto di Buazzelli) nella Compagnia dei Giovani. Paone organizza una memorabile tournée di Ruggeri a Londra nel ’53 e quella altrettanto memorabile di Gino Cervi a Parigi con il Cyrano de Bergerac ; nell’altro senso, fece venire in Italia l’Old Vic di Londra, e da Parigi la compagnia di Louis Jouvet, Edwige Feuillère, la Renaud-Barrault, il TNP di Jean Vilar e la Comédie-Française; e poi l’Opera di Pechino, Katherine Dunham, Joséphine Baker, Maurice Chevalier, Louis Armstrong e Duke Ellington; produsse nel 1950 Carosello Napoletano , per la regia di Ettore Giannini che fu un grande successo in Italia e all’estero.

Quanto alla rivista propriamente detta troviamo il nome di Paone produttore per infiniti spettacoli e numerose compagnie intitolate ai più grossi nomi del varietà: Totò, Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Nino Taranto, Billi e Riva ecc. Memorabile, nel 1945 quel Cantachiaro , con Anna Magnani che rivelò in un sol colpo gli autori Garinei e Giovannini e l’attrice Lea Padovani. Ma anche, nel 1949 una raffinata rivista di Biancoli, Falconi e Vergani, Quo vadis? interpretata da attori di prosa come Dina Galli e Enrico Viarisio che ripropose la grande Milly di ritorno dall’estero. Nel senso opposto, (lusso, fasto e Wanda Osiris), Festival del 1954, con Alberto Lionello, Nino Manfredi, Raffaele Pisu, Elio Pandolfi. Paone è presente nella creazione delle primissime commedie musicali italiane: Attanasio Cavallo vanesio (1952) e Alvaro piuttosto corsaro (1953) entrambe con Renato Rascel, entrambe di Garinei e Giovannini.

Castilla

Arturo Castilla è una delle figure più importanti del circo iberico del dopoguerra. Inizia la sua carriera come clown, esibendosi estemporaneamente al fianco di Charlie Rivel; ma diventa noto come impresario circense, producendo numerosi circhi, fra i quali, con Manuel Feijoo, il Circo Americano (1946). Col fratello Raimundo dirige dal 1958 al ’70 il Price, circo stabile di Madrid, poi demolito. Membro di giurie di festival internazionali, saggista e scrittore di libri sul circo, ha ricevuto da re Juan Carlos la Medaglia d’oro delle belle arti.

Ziegfeld

Il nome di Florenz Ziegfeld è legato alle Ziegfeld Follies, uno spettacolo di varietà, molto imitato ma mai uguagliato in Usa e a un teatro, lo Ziegfeld Theatre sulla 54ª strada a New York. Ziegfeld nasce da una famiglia ricca di origine tedesca, suo padre è impresario musicale e, a sedici anni, ha già abbandonato gli studi, ha vissuto tra i cow-boys nel Wyoming ed è riuscito a farsi scritturare nella compagnia di Buffalo Bill, dove il padre lo recupera, lo riporta a casa e lo spedisce in Europa per scritturare delle orchestre. Il giovanotto torna con sette bande musicali e una serie di artisti mediocri.

Il primo successo di Ziegfeld è la gestione di quello che si definirebbe un fenomeno da baraccone: Eugene Sandow, l’uomo più forte del mondo, che era poi un amabile giovanotto di ventitre anni, muscolatura storica e molte foto coperto solo dei suoi muscoli e da una foglia di fico: il tutto a iniziare dal 1892. Nel 1896 Ziegfeld scopre, e sposa, Anna Held che lancia alla grande a Broadway in una serie di riviste e musical sostenuti da continue invenzioni pubblicitarie. Nel 1907 mette in scena la prima delle sue Ziegfeld Follies che si susseguirono fino al 1931, più alcune altre montate anche dopo la morte.

Ziegfeld ha lanciato in questi spettacoli star come Marion Davies, Olive Thimas, Marilyn Miller, Nita Naldi, Irene Dumme, Paulette Goddard, Lupe Velez e Gypsy Rose Lee, nonché Fanny Brice, Eddie Cantor, W.C. Fields, Bert Lahr, Will Rogers, Lupino Lane, Gallagher and Shean. Ziegfeld ha utilizzato nelle sue produzioni musicisti come Victor Herbert, Jerome Kern, Richard Rodgers, Rudolf Friml e George Gershwin nonché autori di testi come Lorenz Hart, Oscar Hammerstein e Dorothy Fields. Ha prodotto alcuni altri musical fondamentali, come Show Boat (27 dicembre 1927), e Rio Rita, e poi Rosalie, The Three Musketeers e Shopee nel 1928, mentre Show Girl, 1929, ebbe solo un centinaio di repliche. Con il crollo di Wall Street, Ziegfeld soffrì alcune massiccie perdite finanziarie, proprio mentre alcuni suoi spettacoli non ottenevano il successo sperato.

Sempre nel ’29 il film da lui prodotto per la Paramount, fu proiettato con un modesto equipaggiamento sonoro e non ottiene l’esito previsto. Ziegfeld fu salvato da una previsione di bancarotta soltanto dalla ripresa di Show Boat , ma morì durante il secondo mese di repliche. La sua straordinaria carriera, fu rievocata in vari film di Hollywood: The Great Ziegfeld (1936) con William Powell nel ruolo di Ziegfeld, Ziegfeld Girl (1941) con Judy Garland, Lana Turner e Hedy Lamarr, Ziegfeld Follies (1946) ancora con William Powell, e poi un film tv del 1978: Ziegfeld: The Man and His Women.

Simonetta

Protagonista nella Milano degli anni ’60 del cabaret intelligente, Umberto Simonetta scrisse per Giorgio Gaber canzoni d’ambiente meneghino, da “La ballata del Cerutti” a “Trani a gogò”, a “Le nostre serate”. Ha scritto esilaranti commedie sotto forma di monologo: Arriva la rivoluzione e non ho niente da mettermi (1973), Mi riunisco in assemblea , C’era un sacco di gente, soprattutto giovani (1979), interpretati da Livia Cerini, e, per Maurizio Micheli, Mi voleva Strehler , parossistiche e angosciose riflessioni di un attore in attesa di provino. Nei suoi romanzi, ha descritto un sapido ritratto della Milano notturna ed emarginata: Lo sbarbato (1961), Tirar mattina (1963), titolo diventato poi una locuzione d’uso corrente, e una gioventù problematica e allo sbando, Il giovane normale (1967), Virgo (1973), I viaggiatori della sera (1978) anche trasposto in film. Sui difficili, spesso tempestosi, rapporti tra impresari e interpreti da una parte e autori di teatro dall’altra, ha scritto Il turpe squisito (edito da Camunia).

Simonetta, in coppia con Guglielmo Zucconi. firma nella stagione 1954-55 il copione della rivista Casanova in casa Nava per le tre sorelle Pinuccia, Diana e Lisetta Nava, le `reginette dello sberleffo’: spettacolo giudicato `moderno e anticonformista’, pieno di trovate, con un personaggio, il clown Scaramacai per Lisetta Nava, destinato poi a grande popolarità televisiva. Nella stagione successiva, i due firmano Il resto mancia con Gino Bramieri, Lisetta Nava ed Elio Crovetto (al teatro Olimpia di Milano); rivista che `diverte senza volgarità’, si scrisse. Nella stagione 1958-59 mettono in scena Io, l’ipotenusa per Tino Scotti, il funambolico `cavaliere’ meneghino, Beniamino Maggio, napoletano che riesce anche a scherzare sulla sua gamba rigida ballandovi su, e Tonini Nava, quarta delle tre famose sorelle; coreografie di Gino Landi. Nella stagione 1960-61, S. scrive da solo per Lucio Flauto al Nuovo di Milano la rivista Piazza pulita . Negli anni seguenti, tramontato il varietà e sorto il cabaret, Simonetta continua a scrivere copioni per la radio e la tv.

Nel 1978, Simonetta prende la direzione del Teatro Milanese, passato dal Gerolamo ad uno spazio più grande. Simonetta mantiene nei suoi intenti il clima umoristico delle passate stagioni, ma con un occhio attento ai mutamenti della società sotto il punto di vista linguistico e culturale. Suo proposito infatti è quello di rappresentare un repertorio comico satirico di un certo interesse attuale, recitato in una nuova lingua italiana creata dalla fusione di dialetti regionali diversi e dalla contaminazione di termini stranieri. Gli spettacoli presentati nelle nuove programmazioni sono principalmente scritti e diretti da lui: Mi voleva Strehler (1978); C’era un sacco di gente soprattutto giovani (1979); Italiani si muore (1979); L’Adalgisa da Gadda (1980); Il figlio sorridente (1981); Caro Tognoli (1982).

Nones

Il padre Giuseppe, un ginnasta di Trento, la madre, Adele Medini, di un’antica famiglia di tradizione, Walter Nones si distingue negli anni ’50 e ’60 con il trio acrobatico presentato con i fratelli Guglielmo (1937-1998) e Loredana (1942), con il quale viene ingaggiato, fra l’altro, al Circo Palmiri e nella rivista OK Fortuna , con Wanda Osiris, Raimondo Vianello e Gino Bramieri. Nella primavera del 1959 prende parte alla trasmissione televisiva “Il Mattatore”, con Vittorio Gassman, realizzata all’interno del circo di Orlando Orfei, dove conosce Moira Orfei che sposerà nel 1963, per fondare l’omonimo circo. Diventa un valido addestratore di belve e si distingue per l’intensa attività imprenditoriale. Nel 1969 presenta il Circo sul ghiaccio. Negli anni ’80 è poi fautore della diffusione dello spettacolo dal vivo come aggregatore di popoli: organizza le tournée italiane del Circo di Mosca (1982, 1987 e 1991), del Circo Cinese (1989 e 1992) e di altri spettacoli non circensi come Holiday on Ice (dal 1984) e il coro dell’Armata Rossa (i componenti di questo gruppo di canti e danze, sono i primi militari sovietici della storia ad entrare in Vaticano, nello Stato Pontificio, ricevuti da Giovanni Paolo II, nel 1987). Da sottolineare che, con le tournée del Circo di Mosca e quella del Circo Nazionale Cinese, effettuata in collaborazione con André Heller, N. è fra i primi a importare in Italia la tendenza del `circo di regia’, una concezione artistica che cerca di dare allo spettacolo uno stile unitario, dando eguale importanza al virtuosismo dell’artista, alla scelta delle musiche, dei costumi e delle luci. Nel 1987 il numero di tigri ammaestrate da lui creato, ma presentato dal fratello Massimiliano, conquista al Festival di Montecarlo, il primo Clown d’Oro per l’Italia. Da tempo consigliere dell’Ente nazionale circhi, in questa veste, assieme agli altri componenti del Consiglio direttivo e al Presidente Egidio Palmiri, fonda nel 1988 l’Accademia del circo, primo istituto italiano di formazione professionale circense. Molto attivo dal 1989 nel campo delle produzioni televisive a tema circense, nel 1993 fonda il Gran premio internazionale del circo, manifestazione annuale svolta in Italia che raccoglie e premia artisti circensi provenienti da tutto il mondo.

Bailey

Fra i più importanti impresari circensi di tutti i tempi. Pioniere delle moderne metodologie produttive (fu il primo ad utilizzare la luce elettrica nei propri spettacoli), James Anthony Bailey, dopo aver aperto il Cooper & Bailey, che in Australia si guadagna il primato di più grande circo mai esibitosi in quel continente, fonda nel 1888 il mitico Barnum & Bailey, del quale nel 1891, alla morte di Barnum, mantiene il controllo. In anni di risibili leggi antitrust arriva ad acquistare marchi importanti come quello del Buffalo Bill Wild West Show, o dell’Adam Forepaugh & Sells Bros. Circus. Nel 1898 inizia con Barnum & Bailey una tournée europea, terminata nel 1902, che fonda in pratica il circo europeo del Novecento, come modello organizzativo, estetico e di approccio alle tecniche di vendita. Durante la permanenza in Inghilterra `le stranezze umane’ si ribellano per l’uso dell’appellativo freak al posto del quale viene trovato il nuovo termine prodigio. Al ritorno in America, dopo cinque anni di assenza, si trova a fronteggiare il colosso emergente dei fratelli Ringling, che, alla sua morte, acquisiscono il controllo del Barnum & Bailey.