Shammah

Dopo un’esperienza di assistente al Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi negli anni ’60, nel 1972 Andrée Ruth Shammah fonda e dirige a Milano, insieme a Franco Parenti, il Salone Pier Lombardo, di cui dal 1989 è responsabile unica. Intorno a questo spazio, concepito come spazio polivalente, coinvolge una serie di intellettuali tra i quali principalmente lo scrittore G.Testori che resterà un punto di riferimento della sua carriera, firmando l’allestimento della ‘Trilogia’ (Ambleto nel ’73, Macbetto nel ’74, Edipus nel ’77) e più avanti L’Arialda e I Promessi Sposi alla prova. Sue quasi tutte le regie firmate nel Salone Pier Lombardo (oggi Teatro Franco Parenti), all’inizio per un attore come Franco Parenti: Georges Dandin, Gran can can, Willibalhd e Oloferne, Il gigante nano, Il misantropo, La doppia incostanza, Il maggiore Barbara, Il bosco di notte. In anni più recenti e subito dopo la morte di Franco Parenti ha lavorato soprattutto su grandi temi come il mito, il genere epico, la favola con spettacoli come Peter Pan , cavalieri di re Arthur, Ondine, La vita è il sogno, La ricerca del Graal. Tra le sue più recenti regie La tempesta dal testo di Emilio Tadini, Re Lear di Shakespeare, Eracle di Euripide a Vicenza. Ha firmato anche due regie liriche entrambe alla Scala: Varieté di Kagel e L’elisir d’amore di Donizetti.

Parenti

Franco Parenti si diploma all’Accademia dei Filodrammatici nel 1940; insieme a lui c’è Giorgio Strehler. Debutta nello stesso anno nella compagnia Merlini-Cialente. Nel 1941 fonda con Paolo Grassi il gruppo d’avanguardia Palcoscenico, che ha come fine la ricerca di una drammaturgia italiana. Nel 1946 è in compagnia con Randone-Maltagliati e nel 1947 nella compagnia di rivista Navarrini-Rol. Quindi al Piccolo Teatro nell’anno della sua fondazione. È Moscone ne Il mago dei prodigi di Caldéron; Brighella nell’ Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni; Milordino ne I Giganti della montagna di Pirandello. Nell’estate del 1948 vuol provare l’esperienza dell’avanspettacolo e della rivista. Così lo troviamo in compagnia con Giorgio De Rege, con Macario e con Pina Renzi, che scopre in Parenti un attore di sicuro avvenire. Proprio con Parenti, Renzi scrive i primi sketch e collabora alla direzione artistica della compagnia. Nel 1950-1951, salvo una breve parentesi con W. Chiari, comincia il suo lavoro alla Rai, dove rende popolarissimo il personaggio di Anacleto, che drammaturgicamente era nato come tranviere e radiofonicamente diventa gasista. Nel 1951, insieme a Dario Fo, lo vediamo impegnato nello spettacolo di Spiller e Carosso Sette giorni a Milano ; nel 1952 partecipa ai primi spettacoli televisivi con Mario Landi e Daniele Danza, con i quali collabora anche alla stesura dei testi. Scrive con D. Fo e G. Durano Il dito nell’occhio (1953, regia di Parenti, scene e costumi di Fo, direzione mimica di Lecoq) e Sani da legare (1954, composizioni mimiche di Lecoq, musiche di Fiorenzo Carpi). Il successo è strepitoso. Nel 1955 Parenti crea il `teatro cronaca’, allestendo: Italia sabato sera di A. Contarello e Il diluvio di Betti. Nel 1956 mette in scena Le sedie e La cantatrice calva di Ionesco curandone la regia, e, non molto tempo dopo, Un uomo al giorno di U. Pirro.

L’attività registica continua con I pallinisti di S. Sollima e M. Ciorcolini (1957), e La tavola dei poveri di R. Viviani, nella stagione 1959-1960, con il Piccolo Teatro di Genova. Come interprete lo troviamo ancora al Piccolo Teatro di Milano con I vincitori di Bettini e Albini (1956-1957), al Teatro Stabile di Genova con Misura per misura di Shakespeare, Serata di gala di F. Zardi (1957-1958), La commedia degli equivoci (1958), J.B. di A. MacLeish (1958). Ottiene il premio S. Genesio a San Miniato. Seguono: La romagnola di Squarzina, Il benessere di Brusati-Mauri (1958-1959), Il misantropo di Menandro (1959), Il revisore (1959-1960). Dal Teatro Stabile di Genova passa al Teatro Stabile di Torino nelle stagioni dal 1959 al 1962, dove inizia una collaborazione intensissima con G. De Bosio: partecipa a tutti i suoi spettacoli e ad altri dei quali cura personalmente la regia. Come interprete lo troviamo in La moscheta del Ruzante (1960); La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht (1961), che fu un grandissimo successo personale; La cameriera brillante di Goldoni (1961); Don Giovanni involontario di Brancati (1961); La Celestina di F. de Rojas (1962). Collabora alla regia con De Bosio in: L’ufficiale reclutatore di G. Farquhar (1962), mentre è regista e interprete di: Il grande coltello di Odets (1961); J.B . di MacLeish (1962); Il berretto a sonagli e La giara di Pirandello. Nel 1963 lo troviamo direttore del Teatro Stabile di Palermo. In cartellone ci sono: Pirandello, Brancati, Molière. Lo spettacolo inaugurale è il Don Giovanni di Molière nell’adattamento di Brecht; la regia è di B. Besson. Durante una rappresentazione a Cesena del Don Giovanni , gli arriva la notizia del grave incendio che ha distrutto il teatro di cui era direttore. L’anno successivo è con Eduardo De Filippo, che scrive per lui: Dolore sotto chiave (1964). La collaborazione continua con Uomo e galantuomo, Il cilindro (1965) e con L’arte della commedia (1965). Nel 1966 è richiamato da De Bosio allo Stabile di Torino per partecipare al Festival di Venezia, con il dramma di A. Moravia Il mondo è quello che è (1966). Nel 1966 è impegnato allo Stabile di Bologna, dove è regista e interprete di Il bagno di V. Majakovskij, e ancora di La mosca e La commessa di L. Diemoz.

Nel settembre dello stesso anno interpreta Ruzante all’Olimpico di Vicenza. Dal 1969 al 1972 ritorna al Piccolo Teatro di Milano con La Betia ; è con S. Randone nel Timone di Atene di Shakespeare. Nel marzo del 1970 apre la stagione con La Moscheta , a cui seguirono W Bresci (marzo 1971) e Ogni anno punto e da capo (ottobre 1971), con cui ritorna a una felice collaborazione con E. De Flippo. Nel 1972 porta in giro nei vari quartieri milanesi Il bagno. Quest’ultima stagione sembra anticipare quella del Salone Pier Lombardo e della Cooperativa Teatro Franco Parenti, che avviene proprio verso la fine del 1972. Il 16 gennaio 1973 va in scena Ambleto di Giovanni Testori, regia di A.R. Shammah, uno spettacolo e un evento che a Milano commosse e entusiasmò. Da quella prima, il Pier Lombardo apparve come una reale alternativa al predominio del Piccolo. Seguirono: George Dandin di Molière, regia di Parenti; A Milano con Carlo Porta ; Gran can can di Ettore Capriolo e Franco Parenti, regia di Parenti; Macbetto Edipus e I promessi sposi alla prova di Testori, regia di A.R. Shammah; Orestea di Eschilo nella traduzione di E. Severino; 1986-87: Dibbuk di Shalom An-ski, uno spettacolo di Bruce Myers; nella stagione 1987-88: Filippo di Alfieri, regia di Testori; Cantico di mezzogiorno di Parenti Claudel, regia di A.R. Shammah; ultimo spettacolo (1989): Timone d’Atene di Shakespeare, regia di A.R. Shammah.