Ballets Suédois

Sotto la direzione di de Maré i Ballets Suédois hanno saputo, ancora più dei Ballets Russes di Diaghilev, coinvolgere in unici progetti artistico-coreografici i migliori creatori dell’epoca. Alcuni degli spettacoli sono considerati fra i principali eventi nella storia dell’arte e della cultura d’avanguardia degli anni ’20. Börlin e de Maré hanno saputo creare spettacoli totali che uniscono danza, teatro plastico, pantomima ritmica da una parte e recuperano, dall’altra, alcuni aspetti del folclore svedese. Uno stile ironico, antinaturalistico che prefigura il teatro dell’assurdo sta per esempio alla base di Les mariés de la Tour Eiffel (1921), che unisce la concezione generale di Jean Cocteau alla musica di Georges Auric, Arthur Honeger, Darius Milhaud, Germaine Tailleferre e Francis Poulenc, le scene di Irène Lagut, costumi e maschere di Jean Hugo. La collaborazione con Fernand Léger dà luogo a due balletti di impianto cubista come Skating Rink (1922) e La création du monde (1923). Del 1924 è La giara di Pirandello con scene e costumi di G. De Chirico. L’ultimo spettacolo della compagnia – che si è esibita fino al 1925 – è anche quello che più lascia il segno nella storia dell’avanguardia dada: Relâche , balletto istantaneista in due atti e un intervallo cinematografico, che va in scena nel 1924 con le scene di Francis Picabia e la musica di Erik Satie. Come intervallo venne proiettato il celeberrimo Entr’acte di René Clair.