Proclemer

Dall’esordio, nel marzo 1942, in Minnie, la candida di Bontempelli al romano Teatro dell’Università, fino ai conseguimenti della piena maturità espressiva, Anna Proclemer ha caratterizzato con la sua forte personalità mezzo secolo di teatro italiano. Formatasi all’animosa Scuola del teatro delle Arti diretto da A.G. Bragaglia, con il quale interpretò una decina di personaggi in una sola stagione, fu Nina ne Il gabbiano di Cechov al neonato Piccolo Teatro di Milano con la regia di Strehler (1948) per affermarsi definitivamente l’anno seguente nella Mirra di Alfieri al Piccolo Teatro di Roma. In possesso di una prepotente forza drammatica, capace peraltro di piegarsi a improvvise dolcezze, a indugi sarcastici e a risvolti autoironici, si è cimentata in Giraudoux, L. Squarzina, A. Miller per poi essere struggente Ofelia accanto a Gassman-Amleto e per la prima volta recitare accanto a G. Albertazzi nella Beatrice Cenci di Moravia con la compagnia Ricci-Magni (1955). Fu così che nella stagione successiva nacque una delle `ditte’ più prestigiose del secondo dopoguerra, avendo in cartellone opere di D’Annunzio, Ibsen, Faulkner e Camus, ma anche Lavinia fra i dannati di Terron, Pietà di novembre di Brusati, Gli amanti di Rondi , La governante di Brancati, il marito da poco scomparso. Passionale Maria Stuarda schilleriana, dannunziana Gioconda sulle orme della Duse, shakespeariano Regina-madre nell’ Amleto di Zeffirelli, ha impersonato La signorina Margherita di Athayde, Le balcon di Genet, Antonio e Cleopatra con Albertazzi, La lupa di Verga, per affrontare negli anni ’80 La miliardaria di Shaw, Piccole volpi della Hellman, Lungo viaggio verso la notte di O’Neill, Come prima, meglio di prima di Pirandello. Come non aveva disdegnato di cimentarsi nei divertenti Quattro giochi in una stanza di Barillet-Gredy, così negli anni ’90 è passata da Caro bugiardo di Kilty a Danza di morte di Strindberg, da La fastidiosa di Brusati all’ Ecuba di Euripide, confermando la sua poliedricità di interprete connaturalmente drammatica ma capace di risvolti brillanti. Se poco significative sono state le sue rare apparizioni cinematografiche, hanno invece lasciato il segno talune interpretazioni nella stagione pionieristica della tv (“L’idiota”, “Anna dei miracoli” “La parigina”, “George Sand”).