Savelli

Dopo gli studi universitari a Firenze con Ludovico Zorzi, nel 1974 Angelo Savelli entra nella cooperativa Il Granteatro di Carlo Cecchi, partecipando alla realizzazione di Woyzeck di Büchner, A’ morte dinto o’ lietto `e Don Felice di Petito e La cimice di Majakovskij. In seguito è assistente alla regia di E. Marcucci in 23 svenimenti di Cechov. Nel 1976 firma la sua prima regia, l’operina di Mozart Bastien und Bastienne. Nello stesso anno fonda la compagnia Pupi e Fresedde, della quale è tuttora direttore artistico e per la quale fino a oggi ha messo in scena oltre trenta spettacoli (la metà anche in veste d’autore). Tra i più importanti: La terra del rimorso (1977), I balli di Sfessania (1978), Il convitato di pietra, ovvero Don Giovanni e il suo servo Pulcinella (1981), Plauto in farsa (1985), Figaro o le disavventure di un barbiere napoletano (1989), Carmela e Paolino varietà sopraffino (1990; ancora in scena), Cafè Champagne (1991) e Gianburrasca, un monello in casa Stoppani (1993). Il suo lavoro sulla drammaturgia contemporanea si esplicita attraverso i testi di Cerami (L’amore delle tre melarance, 1984), Müller (Quartetto, 1987), Santanelli (Le tre verità di Cesira, 1990) e Ruccello (Mamma, 1995).

Pupi e Fresedde

Pupi e Fresedde è una compagnia teatrale fondata a Firenze nel 1976 da Angelo Savelli, studioso di teatro popolare e proveniente dal `Granteatro’ di Carlo Cecchi e Pino de Vittorio, giovane cantante pugliese passato poi con Roberto de Simone. I primi spettacoli scritti e diretti da Savelli ( La terra del rimorso (1977), Sulla via di S. Michele (1978), I balli di Sfessania (1978), Festa in tempo di peste (1980), per il loro legame con la cultura mediterranea, i riferimenti antropologici e l’impiego della musica dal vivo, grazie alla collaborazione del musicista Nicola Piovani attivo tra il 1979 e 1984, e dal 1984 del musicista francese Jean Pierre Neel, si collocano all’interno di quel fenomeno di rivalutazione della cultura popolare meridionale che ha interessato l’Italia tra gli anni ’60 e ’70.

Nel 1976 la Compagnia si trasferisce per due mesi negli Stati Uniti dove produce insieme al Bread and Puppet La ballata dei 14 giorni di Masaniello di Peter Schumann, replicata l’anno successivo in Italia. Nel 1979 con la partecipazione dell’attore bresciano Antonio Piovanelli, allarga il proprio campo d’interesse a esperienze recitative non necessariamente legate alla cultura meridionale (Canto della terra sospesa da Ruzante, 1979; Affabulazione di Pasolini, 1980), arricchendosi del prestigioso apporto dell’attore napoletano Giorgio Morra con cui viene realizzato il più fortunato spettacolo della compagnia Il convitato di pietra ovvero Don Giovanni e il suo servo Pulcinella di A. Savelli, rappresentato con enorme successo in otto nazioni europee, con più di trecento repliche. Sulla scia di questo successo nel 1984 il Festival di Avignone e il Centro internazionale di drammaturgia di Fiesole gli commissiona la realizzazione de L’amore delle tre melarance di V. Cerami, spettacolo che ottiene un nuovo grande successo internazionale. Nel frattempo la compagnia cerca di radicarsi più profondamente nella realtà fiorentina, instaurando collaborazioni specifiche con alcuni dei più validi artisti cittadini tra cui il pittore Tobia Ercolino, che siglerà con la sua inconfondibile cifra stilistica i più importanti spettacoli del gruppo, fino alla realizzazione del progetto “ToscanaTeatro” (1993-1994, tuttora in corso) che intende sostenere il patrimonio teatrale e letterario toscano anche contemporaneo. Nel 1986 la compagnia trova la sua sede stabile al Teatro di Rifredi del quale assume la direzione artistica e organizzativa (favorendo la drammaturgia contemporanea e ospitalità internazionali) e produce, esperienza unica in Italia, `teatro d’appartamento’, di cui Le tre verità di Cesira di M. Santanelli, con l’interpretazione di Gennaro Cannavacciuolo -, che viene recitato a domicilio per centotrenta serate.