Salaroli

Dopo la laurea in lettere Alarico Salaroli debutta al Teatro Uomo, dove rimane dal 1974 al 1978; lavora con la regia di L. Puggelli (che ha rifondato la sala di via Gulli a Milano) in La Ninetta del Verzee , Fede, speranza e carità , Lo stordito di Molière. Dopo questa esperienza approda al Piccolo Teatro, rimanendovi fino al 1984: debutta in El nost Milan (nell’edizione con Mariangela Melato e Franco Graziosi) e, successivamente, partecipa ad altri spettacoli strehleriani (L’anima buona di Sezuan, La tempesta). Nel 1980 inizia la sua esperienza con Massimo Castri, con il quale recita in tutti gli allestimenti, alternando parti ironiche e drammatiche: inizia con il ruolo di Tesman in Hedda Gabler (con la Moriconi) e John Gabriel Borkmann di Ibsen, cui seguono due testi di Pirandello, Così è (se vi pare) e Il berretto a sonagli (con Tino Schirinzi); tra le sue interpretazioni anche il padre in Amoretto di Schnitzler, Il gabbiano di Cechov, Il gioco dell’amore e del caso di Marivaux. Partecipa al progetto sulla tragedia per l’Atelier della Costa Ovest con Oreste , nel ruolo di Menelao; infine, è Paolino e Fulgenzio nella Trilogia della villeggiatura di Goldoni (1995-96).