Stelarc

Fermamente convinto dell’obsolescenza del corpo nell’era post-industriale, Stelarc attua una tra le più originali esperienze estetiche alternative di ibridazione uomo-macchina, organico-inorganico, biologico-artificiale, interfacciando il proprio corpo con protesi robotizzate e il computer. Tra il 1976 e il 1988 si collocano le ventisette performance The Body Suspensions , di privazione ed esasperazione sensoriale, in cui Stelarc – senza l’assunzione di droghe ma attraverso la meditazione, come nella cerimonia indiana O-Kee-Pa (analogamente all’altro performer Fakir Musafar) – si fa appendere sia con imbragature sia con ganci e uncini conficcati nella pelle in spazi urbani (Copenaghen, New York) e in gallerie d’arte (Tokiwa Gallery e Tamura Gallery di Tokyo, Accademia d’arte di Monaco). Negli anni seguenti S. tiene numerose conferenze, in cui teorizza e applica l’idea di amplificazione elettronica del corpo.

The Third Hand (1981-1984) è una mano artificiale fissata al suo braccio destro, capace di movimento indipendente e attivata dai segnali Emg dei muscoli addominali e della gamba; essa è dotata di un sistema di feedback tattile per un rudimentale `senso del tatto’. Il braccio sinistro è comandato a distanza da elettrodi, posizionati sui muscoli flessori e sul bicipite. Il corpo dell’artista si muove in una coreografia di luci e suoni molto suggestiva (‘Lasereyes’). Del 1991-1993 è il Virtual Arm Project, con un braccio virtuale trasformato in manipolatore universale generato al computer; tramite dei datagloves muniti di sensori flessori e direzionali è possibile la clonazione di un secondo braccio e altre interessanti funzioni. Nel 1993 Stelarc realizza (assieme al chirurgo inglese Charles Akle) The Stomach Sculptures : un endoscopio a fibre ottiche e una sonda – con una capsula di cinque centimetri per cinque millimetri in titanio, acciaio e oro – vengono inserite nel suo stomaco (ingerenza del meccanico e dell’artificiale all’interno dell’organismo umano).

Fractal Flesh (1995) è una performance telematica e interattiva, con spettatori collegati via Internet che fanno muovere il corpo di Stelarc tramite appositi comandi. Ha scritto: «Il corpo post-umano diventa l’ospite di nanotecnologie che tendono a liberarlo dalla fatica dell’invecchiamento, che lo migliorano nella sua funzionalità. Il corpo post-umano si estende a una entità robotica, si connette con la realtà virtuale e si rapporta a una intelligenza esterna, artificiale; quindi si potenzia… Non è il regno del cyborg, ma il luogo dove intelligenze autonome si moltiplicano».