Staats

Personalità di rilievo, Léo Staats è colui che più di altri seppe tener viva la tradizione della danza francese nei primi decenni del secolo. Dopo aver studiato con Francis Mérante, fece il suo debutto come ballerino a dieci anni; sei anni più tardi è già all’Opéra di Parigi ne La maledetta di Hansen e ancora giovanissimo realizza il primo dei suoi moltissimi balletti, Ici l’on danse . Partner abituale di Carlotta Zambelli, pur proseguendo per lunghi anni la sua carriera di danzatore, spronato anche da quell’uomo di forte personalità che fu Jacques Rouché (direttore della stessa Opéra, ma da Staats conosciuto in precedenza al Théâtre des Arts), dispiegò un’attività sempre più debordante, interamente consacrata allo sviluppo della danza ed esercitata per quasi sessant’anni.

Creò, ricostituì e adattò numerosi balletti: tra i suoi lavori più noti, oltre a Javotte (1909, musica di Saint-Saëns) – in cui a lungo tenne con successo il ruolo di Jean, il protagonista – vanno ricordati Cydalise et le Chèvre-Pied (forse la sua opera migliore) e l’ancor più fortunato La nuit ensorcelée (Bakst realizzò le scene, e furono le sue ultime), entrambi del 1923; da citare anche Les Abeilles (1917), Taglioni chez Musette (1920) e Istar (1924). Pur non mancando di immaginazione, le sue coreografie, spesso diseguali, non riuscirono a portare un vero contributo di rinnovamento. Parallelamente alla sua attività a Palais Garnier, Staats regolò pure le danze e i balletti in molti altri teatri della capitale. Fu professore al Conservatoire e, maestro a tanti futuri grandi ballerini, insegnò fino alla morte nella sua celebre scuola di rue Saulnier.