Sportelli

Figlio d’arte, Franco Sportelli si formò nell’ambiente della sceneggiata e del cabaret, e a Napoli recitò per un lungo periodo nella Scarpettiana di Eduardo De Filippo. Nel 1960, dopo alcuni anni di inattività, venne riscoperto da Giorgio Strehler sotto la cui direzione recitò in Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht (1961), interpretando Baloun, personaggio attanagliato da fame atavica, al quale Sportelli dona la verve propria del partenopeo Pulcinella. Nel 1963 partecipa a I burosauri di S. Ambrogi, nella parte di un travet sottomesso e umiliato e, dopo aver lavorato con G. Patroni Griffi nella sua riduzione del testo di Viviani Napoli notte e giorno , interpreta in maniera esemplare la patetica figura dell’attore di sceneggiate napoletane in Ma cos’è questa crisi (1965). A questo spettacolo resta maggiormente legato il suo ricordo, per la capacità di svolgere con ironia e grande senso della misura un ruolo che era molto legato alla sua storia personale. Oltre alla partecipazione televisiva in Il cappello del prete, sono da segnalare le sue interpretazioni nei film I giorni contati di Elio Petri (1962) e Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy (1962).