Sequi

Sandro Sequi si laurea in lettere all’università di Roma nel 1956 e nello stesso anno entra all’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’ (corso di regia), diplomandosi nel 1959 con lo spettacolo-saggio Il giuoco delle parti di Pirandello. Già durante l’università svolge attività di critico, collaborando alla realizzazione dell’ Enciclopedia dello spettacolo e assumendo la rubrica di danza nel quotidiano romano “Il Tempo”. Dal 1960 al 1962 è assistente di F. Enriquez alla direzione artistica del Teatro stabile di Napoli, dove debutta come regista di prosa con la novità di Aldo Nicolaj Il soldato Piccicò (protagonista Gian Maria Volontè); allestisce anche una serie di atti unici italiani (di Guaita, Flaiano e Wilcock) al Festival di Spoleto. Inizia la sua attività nel campo della regia lirica, che lo porterà nei maggiori teatri europei (Covent Garden, Opéra, Scala) e americani (Metropolitan di New York).

Nella prosa, nel 1969 dirige l’attività del Teatro Flaiano (allora Teatro Arlecchino) per il Teatro Stabile di Roma, mettendo in scena due novità assolute: Faust ’67 di Landolfi e Soluzione finale di Augias. Nel 1970 forma una compagnia con la Brignone e Santuccio per una riuscita edizione de Il matrimonio di Figaro di Beaumarchais (con Proietti, Adriana Asti e Sergio Fantoni) e di un’ importante Danza di morte di Strindberg con le scene di E. Colombotto Rosso; in tv dirige, nel corso degli anni ’70, una ventina di commedie. Nel 1980 fonda a Roma la Cooperativa Teatromusica, per la quale presenta, nei suoi tre anni di vita, tre spettacoli basati sull’idea di un teatro di alto valore poetico: Stella di Goethe, Britannico di Racine e Olimpiade di Metastasio.

Lavora in seguito quasi sempre in strutture pubbliche, come Veneto Teatro (I pettegolezzi delle donne di Goldoni, 1982; Elettra di Hofmannsthal e Il campiello di Goldoni, 1983; I pitocchi fortunati di Gozzi, 1984; La sorpresa dell’amore di Marivaux, 1989), il Teatro stabile di Catania (Bellini di Isgrò, 1986; La vita che ti diedi di Pirandello, 1987; Rapacità di Gor’kij, 1988; Stelle del firmamento di Puig, 1989), il Teatro di Roma (La bella selvaggia di Goldoni, 1987). Poche le collaborazioni con compagnie private: Molto rumore per nulla di Shakespeare con la Moriconi e Micol, Il malinteso di Camus (1985) e A porte chiuse da Sartre e Mishima (1987) con la compagnia Valli-Malfatti. Dal 1989 al 1996 è direttore artistico del Centro teatrale bresciano; il primo progetto di lavoro da lui avviato, dedicato alla cultura russa, inizia con I villeggianti di Gor’kij (1989-90) e si conclude nella stagione 1990-91 con Hotel des âmes di Enrico Groppali e Anfissa di Andreev.

Con la stagione 1991-92 inizia il progetto dedicato al teatro francese, nell’ambito del quale mette in scena Britannico e Berenice di Racine (in un’unica serata) e Vittime del dovere di Ionesco. Nella stagione 1992-93 allestisce una novità assoluta per l’Italia, Non c’è domani di Julien Green, e successivamente (1993-94) A mosca cieca di Groppali. Dalla stagione successiva iniziano i `Percorsi di teatro anglosassone‘: Sequi propone la prima rappresentazione in Italia di La sposa di campagna di Wycherley e, nella stagione 1995-96, Ali di Kopit e Macbeth di Shakespeare. Fra i maggiori successi in campo lirico, l’ Ifigenia in Tauride di Gluck con le scene e i costumi di G. Manzù (Firenze 1981) e il Rigoletto di Verdi (Vienna 1983), entrambi diretti da Riccardo Muti, e la prima mondiale del Saint François d’Assise di Messiaen (Parigi 1983). L’ultimo suo lavoro, prima dell’incidente automobilistico in cui ha perso la vita, è stato Il barbiere di Siviglia di Rossini, che ha debuttato all’Opera del Cairo nel marzo 1998.