Sepe

Dopo gli studi classici e una grande passione per il cinema, nel 1963, in un teatrino di un oratorio, Giancarlo Sepe cura la regia del suo testo I giorni dell’insieme. Nel 1965 il Centro di cultura russa di Roma gli affida la regia de Il revisore di Gogol’, una scelta di atti unici di Cechov insieme ad altri testi. Mentre continua la sua attività teatrale si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza e, nel 1967, fonda la Comunità teatrale italiana, con cui allestisce: Zoo di vetro di T. Williams (1967), Donna Rosita nubile di García Lorca (1969), Finale di partita di Beckett (1970), Ubu re di Jarry (1972). La sua cifra stilistica e la sua personale direzione e scrittura scenica sono riscontrabili in spettacoli quali Scarrafonata (1974), Lumière Cinématographique (1975), In albis (1976), Accademia Ackermann (1978), che lo affermano come regista e autore provocatorio e intelligente. Negli anni ’80 si alternano regie di testi classici, rivisitati criticamente, come Iliade di Omero (1980), Così è (se vi pare) di Pirandello (1982), Victor o i bambini al potere di Vitrac (1985), a scritture drammaturgiche di testi originali come Itala Film Torino (1986), L’età del jazz (1987). In seguito, in collaborazione con Mariangela Melato, allestisce Vestire gli ignudi di Pirandello, Medea di Euripide e Anna dei miracoli di W. Gibson. Altri suoi lavori sono Marionette, che passione! (1988) di Rosso di San Secondo, Processo a Gesù di D. Fabbri (1989) e nel 1991 Salomé-Lettera alla mamma da O. Wilde. L’anno dopo dirige G. Sbragia in Edipo re , spettacolo presentato al Teatro Greco di Siracusa. Ultime regie: Il marito ideale (1995) di O. Wilde, E ballando… ballando (1997), Il re muore di Ionesco (1998) e il discusso Puccini, dissacrante rivisitazione delle opere del compositore.