Scaccia

Mario Scaccia fece parte delle più importanti compagnie prima e dopo la seconda guerra mondiale, da quella di A.G. Bragaglia con V. Gassman alla Gioi-Cimara. Nel 1961, con Mauri, Moriconi ed Enriquez costituì la Compagnia dei Quattro. Seguirono poi, come `battitore libero’, grandi e difficili personaggi del teatro classico (tra i quali vanno annoverati il Fra’ Timoteo della Mandragola di Machiavelli e il Negromante dell’Ariosto) e del teatro moderno. Di Shakespeare interpretò Shylock in Il mercante di Venezia , Misura per misura (1966 e 1976), Coriolano (1969) e Sogno di una notte di mezza estate (1982); di Beckett, Aspettando Godot ; di Ionesco, Le sedie, Delirio a due, La lezione, ma affrontò anche O’Neill, Stoppard e, diretto da L. Ronconi, Il candelaio di G. Bruno.

Gli anni ’90 lo vedono protagonista in Ecco Nerone di C. Terron (dramma scritto appositamente per lui) e in Ubu re di Jarry diretto da A. Pugliese. Dopo Galantuomo per transazione di G. Giraud (già affrontato nel 1949 e nel 1982) e Magic di Chesterton (di cui è anche regista), si cala nel duplice ruolo di Tiresia-Creonte in Edipo Re di Sofocle (regia di M. M. Giorgetti) e affronta Rock Aulularia per l’estate al Vittoriale di Gardone. Il 1996 segna il `debutto’ al Festival di Spoleto, dopo cinquant’anni di carriera, con Romolo il grande di Dürrenmatt. Nella stagione 1997-98 interpreta Inquisizione di D. Fabbri (con la regia del figlio Nanni) in cui viene lodata l’intelligenza recitativa dell’attore, la sua «penetrante e scarna bravura».