Sarti

Dino Sarti inizia a farsi conoscere alla fine degli anni ’60, cantando il blues in dialetto bolognese nei night-club; debutta quindi nel cabaret al Derby di Milano. La sua scelta del dialetto è drastica: «o si è bolognesi o si sa l’inglese». Restano famose le sue canzoni “Tango imbezell”, “Viale Ceccarini” e “Bologna campione”, e le caricature di personaggi quali «Spomèti», il viveur impomatato di brillantina, e `i biassanüt’ (i nottambuli). Traduce in dialetto J. Brel (“I vié”), G. Bécaud e C. Aznavour, e crea canzoni su alcune poesie di Tonino Guerra (“I limon”, “I madon”, “Dmanda”). Nel 1970 incide il suo primo album, Bologna invece!. Il 14 agosto 1974, in piazza Maggiore a Bologna, circa trentamila persone si radunano per il suo spettacolo in dialetto; da allora fino al 1985 l’evento si ripete tutti gli anni, tanto che S. viene ricordato da molti come `quello di piazza Maggiore’. Ha al suo attivo, tra gli altri, gli album Spomèti (1982) e Sentimental Bertoldo (1994), un film con Pupi Avati e alcuni libri.