Sankai Juku

Fondata nel 1975, sotto la guida del coreografo Amagatsu Ushio (Yokosuka 1949) e composta da quattro ballerini (Takeushi, Semiranu, Ogata e Iwashita), la compagnia Sankai Juku esordisce in Europa nel 1980, durante il festival di Nancy. Nei loro spettacoli emerge fortemente l’influenza del percorso intellettuale sviluppato da Amagatsu, percorso tipico degli intellettuali appartenenti all’universo del Butô: uno strano mélange di letteratura (Sade, Genet, Artaud), di danza espressionista tedesca (in particolare Kreutzberg) e di echi della tragedia di Hiroshima. Anche il gruppo giapponese vive un suo trauma personale: nel 1982, mentre si esibivano a Seattle, la corda che regge per i piedi Takada, allora componente della formazione, si rompe, causando la morte dell’artista. La dolorosa perdita del compagno verrà riportata in Unetsu-hommage à Takada (1986), in cui gli interpreti si muovono attorno a una vasca piena d’acqua in cerca di enormi uova biancastre. In Shijima (1986) i ballerini sono come crocefissi, sospesi nello spazio, di fronte a un muro che assomiglia alla superficie lunare. I lavori di Amagatsu si sviluppano come una serie di quadri di fortissimo impatto. Il Butô, così come è interpretato dal gruppo S.J., perde ogni connotazione politica per acquistarne una metafisica.