Salerno

Enrico Maria Salerno giovanissimo segue la compagnia della famiglia Rame, alternando la carriera con il tentativo di frequentare l’università. Nel 1949 però sceglie definitivamente la sua strada dedicandosi con tutto se stesso al mestiere e alla vocazione di attore. Viene quasi subito scritturato dalla compagnia Tofano-Adani-Cimara. Nel biennio 1950-1951 approda al Piccolo Teatro di Milano dove interpreta con successo Morte di Danton di Büchner. Tra il 1954 e il 1955 lo ritroviamo nella compagnia del Teatro Stabile di Genova, compagnia in cui lavora per alcuni anni consecutivi interpretando, tra le altre, parti nei Demoni di Dostoevskij con la regia di Squarzina e in Liolà di Pirandello diretto da A. Fersen; anche come regista Ondina di Giraudoux, Ivanov, Oreste, Una donna quasi onesta di Salacrou, La moglie ideale di Praga. Nel 1960 fonda con Ivo Garrani e Giancarlo Sbragia (con quest’ultimo sarà molto attivo in televisione proprio negli anni successivi con una trasmissione molto nota intitolata Concerto di prosa ) la nuova Compagnia degli Associati , molto attenta al teatro di ricerca e di denuncia sociale, allestendo spettacoli come Sacco e Vanzetti di Roli e Vincenzoni con la regia dello stesso Sbragia.

Numerose le sue partecipazioni a spettacoli straordinari, tra cui La bisbetica domata a Verona nel 1953 con la regia di F. Enriquez, Ifigenia in Tauride a Taormina nel 1959 per la regia di O. Costa. Nel 1963 recita in Chi ha paura di Virginia Wolf? di Albee, con Sarah Ferrati e diretto da Zeffirelli, uno dei suoi maggiori successi in cui fa valere la sua recitazione controllata e moderna; sempre con Zeffirelli è un Padre straordinario in Sei personaggi in cerca d’autore nel 1991. Dopo il fortunato spettacolo Le rose del lago di Franco Brusati dove recita al fianco di Paolo Stoppa, all’inizio degli anni Ottanta, S. debutta nella regia cinematografica con Anonimo veneziano , opera prima ben accettata dalla critica. Nel cinema ha dato interpretazioni sempre impeccabili e misurate: tra gli altri titoli La lunga notte del ’43 (1960), Odissea nuda (1961), Smog (1962), Violenza segreta (1963), L’armata Brancaleone, Le stagioni del nostro amore e L’ombrellone tutti del 1966; La violenza: quinto potere (1971). Torna poi in teatro sotto la direzione dell’amico Sbragia in una versione dell’ Otello di Shakespeare. L’ultima interpretazione di rilievo da ricordare è quella del protagonista di Morte di un commesso viaggiatore di Miller.