Sakharov

Aleksandr Sakharov (Mariupol, Ucraina 1886 -Siena 1963) e Clotilde von Derp (Berlino 1892 – Roma 1974), una delle coppie di danzatori più famose dei primi decenni del Novecento. Ambedue furono soprattutto solisti, giacché nei loro spettacoli non si esibivano in coppia che una o due volte, ma la sintonia degli intenti artistici, la solidità e la inscindibilità delle loro carriere, oltre al rapporto affettivo che li unì per la vita (si sposarono nel 1919), hanno deciso del loro destino comune, consegnandoli quindi come coppia alla storia della danza. Dopo aver studiato pittura a Parigi, Aleksandr si spostò a Monaco dove iniziò a sperimentare una danza libera dalle regole tecnico-accademiche. Membro della Neue Künstlervereinigung, l’associazione di artisti che fu l’incunabolo del movimento del `Cavaliere azzurro‘ (culla dell’astrattismo pittorico), assieme al pittore V. Kandinskij e al compositore russo A. von Hartmann sperimentò la possibilità che danza, musica e pittura si traducessero l’una nell’altra, secondo un ideale proprio del simbolismo.

Debuttò come danzatore a Monaco nel 1910, e fu il primo uomo a portare in scena una danza non accademica. Nello stesso anno debuttò a Monaco Clotilde, proveniente da studi musicali e da corsi di danza classica, che aveva abbandonato anch’ella per una danza libera da canoni accademici. La notorietà acquisita nel 1911 come attrice (per due lavori di Max Reinhardt) non la distolse dall’unirsi ad Aleksandr, che conobbe nel 1913 e con cui iniziò a esibirsi nel ’17. Mentre in Germania il rifiuto della danza accademica si andava diffondendo e cresceva la pratica di una danza libera, cioè moderna, che puntava unicamente sulla ricerca delle leggi proprie al movimento, i due Sakharov iniziarono a creare un repertorio composto di brevissimi assoli e di pochi duetti, tutti su musiche di grandi compositori, distinguendosi per la quasi medianica aderenza allo spirito, oltre che ai ritmi della musica, e per la raffinatissima presentazione scenica, che si avvaleva di costumi disegnati per ambedue da Aleksandr con enorme talento.

L’avvenente bellezza di Clotilde, la musicalità dei suoi movimenti di autentica danzatrice resero celebri assoli come Poème printanier , Danseuse de Delphes , Chanson nègre e Après-midi d’un faune , mentre di Aleksandr si ammirava la perfezione plastica delle `miniature’ coreografiche (tra cui Golliwog’s Cakewalk , Caprice de cirque , Visione del Quattrocento , Pavane royale , Bourrée fantasque ) nonché lo spessore di intellettuale (autore di diversi libri) e di artista poliedrico. Ambedue svilupparono un ideale poetico in cui danza, musica e colore (quello dei costumi, giacché non usarono décor) erano strettamente, quasi religiosamente, uniti. La loro fama, all’apice in Europa negli anni ’20, si diffuse in Cina e Giappone nel decennio seguente grazie a fortunate tournée.

L’occupazione nazista di Parigi costrinse Aleksandr, ebreo, all’esilio con la sua compagna d’arte. In Sudamerica dal 1941 al ’48, si esibirono nuovamente nel 1949 a Parigi, di fronte a un pubblico dal gusto ormai profondamente diverso. Diedero gli ultimi recital in Italia, dove si trasferirono nel 1951, dividendosi poi tra la scuola da essi fondata a Roma e le classi di danza annualmente date all’Accademia musicale chigiana di Siena. Artisti dal magistero irripetibile e non trasmissibile, hanno prodigato la visione di una danza di spiritualità e preziosità senza pari, il cui segreto è scomparso con loro.