Ruiz

Artista dalla personalità multiforme, attivo sia al cinema che a teatro, con uno stile volutamente `artificiale’ e fantastico attraverso i quali filtra la sua personale poetica dell’esistenza. Dopo gli studi liceali Rául Ruiz si iscrive alla facoltà di Diritto e nel tempo libero decide di seguire i corsi di teologia. In seguito studierà la teoria cinematografica, scoprendo che i film dei registi che più amava come Ford Beebe, Reg Le Borg erano considerati di serie B. Arriva perciò alla conclusione che forse in queste teorie c’era qualcosa che non andava. Dopo aver girato più di venti film Ruiz abbandona il suo paese nel 1974, un anno dopo il golpe del generale Pinochet che ha deposto il Presidente di Unidad Popular S. Allende, di cui Ruiz fu consigliere per i mezzi di comunicazione. Trasferitosi in Francia (a Parigi), diventata la sua seconda patria, ha continuato con successo la sua attività artistica, grazie soprattutto all’interessamento della celebre rivista di cinema “Cahiers du cinéma”, realizzando film, messe in scena e pubblicando romanzi, testi teatrali e riflessioni teoriche.

Nell`86 viene nominato direttore della Casa della Cultura di Le Havre, dove allestisce numerosi spettacoli teatrali. Nel 1990 dirige il suo testo I maghi per il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera. L’anno dopo espone, presso la la Galleria Jeau de Pomme di Parigi, un’istallazione multimediale dal titolo L’expulsion des Maures. Nel 1992 mette in scena Il convitato di pietra, ispirato al Don Giovanni, alla sesta edizione del Festival Volterra Teatro. Tra i suoi film ricordiamo: Tre tristi tigri (1968), L’isola del tesoro (1993), Tre vite e una sola morte (1996) con M. Mastroianni, e la sua partecipazione come attore (impersonava il teologo) in Palombella rossa (1989) di N. Moretti.