Rózewicz

Interrotti gli studi a causa della seconda guerra mondiale e della sua attiva partecipazione alla lotta partigiana, R. debutta nella letteratura teatrale nel 1948 con Beda sie bali , una piéce che non verrà messa in scena. Il suo primo dramma pubblicato è Cartoteca (Kartoteka, 1960) ritratto scenico della generazione del poeta, scritto a quasi quarant’anni. R. ha diviso la propria attività di scrittore tra la poesia e il teatro, cui si è rivolto nel momento in cui trovava l’espressione lirica «troppo angusta». Nel teatro di R. – che lui stesso definisce «realistico-poetico» – sono avvertibili influenze di Hoelderlin, Mickiewicz, Rimbaud, Cechov, Wittgenstein, Kafka, nonché notevoli affinità con l’opera di Beckett. In Cartoteca R. ha espresso nella maniera più coerente e pregnante la sensazione di devastazione e di minaccia per i più elementari valori umani scaturita dalla guerra. Dopo Grupa Lakoona, una piéce di condanna di ogni anacronistica concessione all’estetismo (rappresentata nel 1962), R. ha ritratto il ristagno sociale e politico degli ultimi anni del governo di Gomulka in I testimoni, ovvero la nostra piccola stabilizzazione (Swiadkowie, czyli nasza mala stabilizacja, 1962, rappresentata nel 1964): in tre riprese di intensità crescente, legate a un procedimento drammaturgico definibile come `poetica a blocchi’, nel dramma si osserva un processo progressivo di reificazione e petrificazione dei rapporti umani. Al centro dell’universo filosofico della drammaturgia rozewiczana troviamo la questione dei condizionamenti dell’esistenza umana: storici e sociali da una parte, biologici dall’altra. In È uscito di casa (Wyszedl z domu, 1964) R. ricorre a una complessa strumentazione teatrale incentrata su poema-fuga introduttivo, due partiture pantomimiche e un intermezzo quasi shakespeariano, per esprimere le proprie riflessioni sul `determinismo’ corporeo e biologico. In Incremento demografico (Przyrost naturalny, 1968) l’autore opera con una massa umana vivente e in crescita, che squarcia le pareti della scena, riversandosi sul palcoscenico come in uno spazio vuoto. Tutta l’azione scenica si riduce allo spaccarsi delle pareti: gesti e parole non hanno tra loro alcun collegamento. Autotematico è Coitus interruptus (Akt przerywany, 1962), dove l’agire scenico-drammaturgico è posto in diretto rapporto con l’atto sessuale: didascalie e annotazioni occupano gran parte del testo con divagazioni metodologiche, l’azione scenica è ridotta a una trama semplificata, continuamente interrotta da dettagli tecnici e considerazioni teoriche. L’autoreferenzialità come principio drammaturgico ritorna in Servizio d’ordine (Straz porzadkowa , 1966): sulla scena opera un corpo di sorveglianza incaricato di vigilare sui confini tra realtà e rappresentazione teatrale. In La vecchia sta covando (Stara kobieta wysiaduje, pubblicato nel 1968, rappresentato nel 1969), R. rappresenta i valori apparenti che si sedimentano o si persono in un universo di valori devastati: la scena si presenta come «Un enorme immondezzaio. Un poligono. Una necropoli. Insomma una spiaggia». La materia scenica è trattata in una visione concretizzata, integrata dall’immagine, ed equivale per il suo peso semantico allo strato del dialogo. La dimensione della storia e la critica della mitologia nazionale incentrata sul `martirio’ della Polonia contraddistinguono tanto Gli spaghetti e la spada (Spagnetti i miecz, 1964), una caustica parodia del culto romantico dell’eroismo, quanto in Nella polvere (Na czworakach, 1972), ricostruzione di un grigio, tedioso `giorno qualunque’ tra i partigiani della resistenza nazionalista dove al centro della `durata dell’azione’ troviamo la condanna e l’esecuzione per rapina di Walus lo scemo, un povero contadino analfabeta. Dell’estrema complessità della prospettiva teatrale di R. testimonia comunque la molteplicità delle possibili chiavi di lettura: Nella polvere , dal punto di vista dell’elaborazione teoretica, è un tentativo di resa dei conti con la drammaturgia contemporanea, con la rinuncia degli autori dal teatro, con la sclerotizzazione degli schemi, una risposta polemica a Incremento demografico , dove l’autore si era dichiarato in favore di un teatro che rinunciasse a ogni referenzialità extra-scenica. In Marriage blanc (Biale malzenstwo, 1974) R. ha operato una diversione in direzione del teatro filosofico ed esistenziale alla Gombrowicz, ritornando al motivo dell’ossessione erotica e del `condizionamento corporeo’: dietro un sorprendente sfondo Belle Epoque in cu si accumulano gingilli decorativi, procedimenti linguistici, citazioni letterarie e altri `oggetti trovati’, un essere umano cerc di tornare in sé, liberarsi dalla ridicola attrezzeria scenica. Tornato alla scrittura teatrale nel 1992, con Kartoteka rozrzucona R. riprende in un testo non destinato alla rappresentazione la poetica della lettura della realtà extra-teatrale attraverso la sua riduzione in brandelli di azione scenica. R. ha introdotto nella costruzione delle proprie opere drammatiche la `logica lirica’ delle sue composizioni poetiche: sostituisce alla successione degli avvenimenti una scansione di stati d’animo apparentemente caotica ma rispondente alla logica delle emozioni. Da un punto di vista della definizione di genere possiamo parlare di un nuovo, suo proprio modello di dramma, contrapposto alla drammaturgia `chiusa’, caratterizzata dal progressivo sviluppo degli eventi, dall’evoluzione dell’intreccio, attraverso peripezie, punto culminante e finale. Le pièce di R. sono contrassegnate da discontinuità, complementarità tra elementi eterogenei, accostamenti, situazioni che non trovano soluzione inserite in costruzione `a blocchi’. La materia scaturisce dalla quotidianità ordinaria e dall’osservazione diretta, effettuata da una prospettiva `bassa’, con il non saltuario ricorso a materiale letterario grezzo. Il principio fondante dell’organizzazione dell’elemento narrativo è quello di una `cartoteca’ contenente brandelli di una biografia incompiuta, istantanee di un rappresentante generazionale, disiecta membra di una totalità problematica, briciole, frammenti di schedario e, soprattutto, poetica del sogno. Si può affermare che R. ha portato la sua attività teatrale a una coerenza estrema, rinnovando in ogni pièce uno schema drammaturgico di cui unico protagonista è l’essere umano, unica azione l’esistenza.