Ridenti

Lucio Ridenti iniziò la carriera come `generico’, insieme a Memo Benassi, nella compagnia diretta da Ermete Novelli; dopo una breve esperienza con la compagnia della Bondi, si fece notare come `brillante’ nella compagnia Ferrero-Palmarini-Celli-Pieri, ruolo che interpretò anche nella compagnia Galli-Guasti-Bracci (1916-19). Iniziò una breve carriera cinematografica: Il figlio o l’atroce accusa, Senza pietà (1920). Nel 1924 fu prim’attore comico con Alda Borelli e nel 1925 nella compagnia di T. Pavlova. Una menomazione all’udito gli impedì di continuare la carriera teatrale, così dal 1925 si impegnò nel giornalismo, dapprima come redattore alla “Gazzetta del popolo” di Torino, quindi come vicecritico drammatico. Nel 1925 fondò la rivista “Il dramma”, che diresse fino al giugno 1968, dove ospitò moltissime commedie italiane e straniere, facendo diventare la rivista anche luogo di discussioni critiche, oltre che di recensioni. A lui si deve la pubblicazione, in cinque volumi, delle Cronache drammatiche di Renato Simoni, nonché alcuni libri di teatro: Palcoscenico (1923), La vita gaia di Dina Galli (1928). Scrisse come commediografo Il malinconico , che andò in scena nel 1924 con protagonista Alda Borelli; insieme a Falconi, scrisse Cento donne nude (1927). Fu anche riduttore di romanzi di Tolstoj, Resurrezione (1925), e di Dostoevskij, Delitto e castigo (1927).