Randisi

Stefano Randisi si forma come attore al Teatro Daggide di Palermo. Partecipa come interprete a tutti gli spettacoli, tra cui Ubu re di Jarry nei panni di Re Venceslao e dello Zar Alessio. Questa esperienza caratterizza il suo lavoro teatrale di ricerca che si indirizza verso il teatro d’attore, l’improvvisazione e l’idea della drammaturgia collettiva indirizzata alla scrittura scenica. Insieme con Enzo Vetrano recita nello spettacolo di Leo De Berardinis, The connection di J. Gelber per la cooperativa Nuova Scena di Bologna di cui diventa socio, e all’interno della quale nel 1983 forma una compagnia. Prosegue il suo sodalizio con Enzo Vetrano: insieme allestiscono molte rappresentazioni, tra le tante, la trilogia dedicata alla Sicilia, loro terra d’origine: Principe di Palagonia , Mata Hari a Palermo , (premio Palermo per il Teatro 1988, L’isola dei beati (1988). Dirige Vetrano e Nestor Garay, in Giardino d’autunno di D. Raznovich (1989-1991). È aiuto regista di Nanni Loy in Scacco matto di V. Franceschi. Prosegue inoltre la collaborazione con Leo De Berardinis in L’impero della ghisa (1991), ne I giganti della montagna di Pirandello, con il quale vince il premio Ubu come spettacolo dell’anno 1993. È assistente alla regia di Leo De Berardinis in IV e V atto dell’ Otello di Shakespeare. Con Vetrano dirige e interpreta Diablogues (1994) e Beethoven nel campo di barbabietole (1996) di R. Dubbillard. Sempre in coppia con Vetrano, e in collaborazione con il musicista Giovanni Tamborrino, due spettacoli di musica contemporanea: Operette Morali di Leopardi e Gordon Pym di E.A. Poe. E ancora elabora e dirige La martogliata e L’arte di Giufà di Nino Martoglio. E attore e coregista dello spettacolo Mondo di carta dalle novelle di Pirandello. Ha avuto esperienze cinematografiche e televisive.