Popov

Lavora prima come attore al Teatro d’Arte e al I Studio (1912-1918) con parti di rilievo (Vasilij ne Il pensiero di L. Andreev, Apollon ne La provinciale di Turgenev). Dal 1918 al 1923 dirige una compagnia di ricerca a Kostroma, riprendendo molti spettacoli di cui è stato interprete al Teatro d’Arte. Nel 1923 torna a Mosca e diventa regista (1923-1930) al 3 Studio del Teatro d’Arte (che nello stesso anno prende il nome dal suo fondatore, il regista E. Vachtangov, morto l’anno precedente), dove dedica particolare attenzione al repertorio sovietico. Dal 1930 al 1935 dirige il Teatro della Rivoluzione: ottiene enorme successo con tre testi di N. Pogodin ( Poema della scure 1931, Il mio amico 1932, Dopo il ballo 1934) e una vitalissima edizione di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Dal 1935 fino alla morte dirige il Teatro Centrale dell’Armata Rossa: di solida fede comunista, imposta il suo lavoro di regista su canoni realistici che gli permettono di superare con grandi encomi la difficile era staliniana. Da segnalare, tra gli spettacoli più riusciti, oltre a testi celebrativi come C’era una volta di F. Gladkov (1942), Quelli di Stalingrado di Ju. Cepurin (1944), buone edizioni di classici come La bisbetica domata di Shakespeare (1937) e Il revisore di Gogol’ (1951).