Polydor

Nato da famiglia circense – padre francese e madre bresciana , Ferdinando, con il fratello Natalino (che poi, trasferitosi in America, adotterà lo stesso pseudonimo, Polidor, creando qualche confusione), lasciò presto lo chapiteau e dal 1909 si esibì in locali di music-hall, in un numero rimasto famoso: i due fratelli entravano in scena uno appoggiando la testa su quella dell’altro, restando in verticale con i piedi in aria; entrambi impegnati a suonare il violino. Qui Ferdinando venne notato dai titolari della casa cinematografica Cines, agli albori, che gli proposero di girare alcune `comiche’, cortometraggi ovviamente muti incentrati su sketche appunto circensi: ruzzoloni, inseguimenti, torte in faccia, uova schiacciate in testa, tutto il repertorio di clown affermato. Scelse, come pseudonimo, Tontolini, che dovette abbandonare allorché cambio casa cinematografica e scoprì che la Cines aveva depositato appunto Tontolini come nome di sua proprietà. Divenne prima Cocciutelli in una quindicina di film girati a Milano, poi infine P. con la Pasquali film di Torino, all’epoca – anni 10-20 – la Hollywood europea. Un contratto d’oro: cento lire al giorno più una lira per ogni metro di pellicola. P. girò circa duecento `comiche’ per la Pasquali, come autore, sceneggiatore, regista, protagonista. Non solo: spesso interpretava un maggiordomo, un poliziotto o addirittura un bambino. La sua comicità, discreta e malinconica, unita alla straordinaria agilità di un corpo minuto, ne fece uno degli attori più amati, che sullo schermo precedette Chaplin, Mack Sennet. “Le famose ciabatte slabbrate di Charlot le ho invetate io, sin dal 1908”, sosteneva a ragione. Fu il primo Pinocchio cinematografico, applaudito all’anteprima anche dalla Regina Margherita. Nel 1923 vennero meno i finanziamenti al cinema, P. costituì una compagnia di rivista `Il teatro della risata’ e girò l’Italia, sui palcoscenici d’avanspettacolo, per 14 anni. Tornò sporadicamente al cinema: fu un buffo pirata ne La famiglia del corsaro verde , 1938, con Doris Duranti e Fosco Giachetti; poi in È sbarcato il marinaio , 1938, con Amedeo Nazzari. Dopo aver fatto compagnia nell’immediato dopoguerra (portando nella provincia la rivista), nel 1952 interpretò una scenetta in Cavalcata di mezzo secolo . Protagonista era Nino Taranto che riproponeva proprio i successi di P. Nel 1956 girò Lauta mancia di Fabio De Agostini, ed era al centro di una storia poetica con un cane e un bambino. Fellini gli affidò due ruoli: ne Le notti di Cabiria , 1957, era il fraticello che esorta Cabiria (Giulietta Masina) a confidare nella grazia di Dio; ne La dolce vita , 1960, in un night romano faceva la serenata a una fila di palloncini. Nel 1923, P. aveva organizzato un grande spettacolo d’arte varia. In compagnia, la diva del varietà interprete di canzoni napoletano Maria Bianchi (la madre di Regina Bianchi, illustre attrice con Eduardo). Ecco un ricordo di Maria Bianchi: “Quando arrivavamo in una nuova città, Polidor affittava delle carrozzelle per tutti e andavamo in corteo dalla stazione al teatro, con le valigie e i bambini in braccio. Era un uso del circo che Polidor aveva adattato anche alla sua numerosissima compagnia teatrale, per farsi pubblicità semplicemente con l’arrivare in un posto…”.