Pescucci

Gabriella Pescucci si trasferisce a Roma terminati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Diventa assistente di P.L. Pizzi e in seguito di P. Tosi con il film Medea di P.P. Pasolini. Questo fecondo apprendistato dura circa sei anni. A partire dagli anni ’70 firma personalmente film quali Cannibali di L. Cavani, Addio fratello crudele di G. Patroni Griffi, C’era una volta in America di S. Leone (1984). La sua ricchissima attività in campo cinematografico le ha valso numerosi premi e riconoscimenti tra cui il David di Donatello, il Nastro d’Argento e nel 1993 l’Oscar per i costumi disegnati per L’età dell’innocenza di M. Scorsese. Con Patroni Griffi mette in scena per il teatro i costumi di Mahagonny di Brecht-Weill (Spoleto, Festival dei Due Mondi 1972) e sempre nello stesso anno, al Teatro alla Scala, disegna i figurini per Norma di Bellini con la regia di M. Bolognini. Suggestiva messinscena in cui i costumi di ispirazione barbarica, costruiti con tessuti di invenzione – cencio di nonna, garze trattate e tinte manualmente, intrecci di stoffe – formano una globale coralità cromatica in accordo con la scena di M. Ceroli. Collabora per il melodramma con diversi registi tra cui L. Ronconi per il Trovatore di Verdi (Monaco Staatsoper 1992), L. Cavani per La Traviata di Verdi (1990), La Vestale di G. Spontini (1993) e Manon Lescaut di Puccini (1998), tutte al teatro alla Scala di Milano. Per il teatro di prosa, intensa è la sua collaborazione agli allestimenti di Patroni Griffi, fra i quali ricordiamo Le femmine puntigliose di C. Goldoni (Venezia, La Fenice 1978), La signora dalle Camelie da A. Dumas figlio (Napoli, Teatro Diana 1992) e con L. Ronconi Strano interludio di E. O’Neill (Torino, Teatro Carignano 1991). Nella danza coopera anche in manifestazioni televisive come “Mantova festa a corte” con V. Ottolenghi e V. Cappelli occupandosi dei costumi. Il risultato del suo lavoro minuzioso si impone per la qualità, la ricerca del dettaglio, l’invenzione e la fedeltà alla linea storica dell’abito.