Pavlova

Appena quindicenne, Tatiana Pavlova abbandona la casa paterna per recitare nella compagnia di P. Orlenov con il quale compie lunghe tournée. La rivoluzione la spinge ad abbandonare Mosca per Odessa e Costantinopoli, seguendo la grande ondata dell’emigrazione antibolscevica, per poi approdare in Italia dove studia dizione per tre anni con Cecè Dondini e Carlo Rosaspina. Nel 1923 debutta al Teatro Filodrammatici in Sogno d’amore di Kossorotov accolta con diffidenza e sarcasmo non solo per la dizione non perfetta ma anche per la novità del suo repertorio e per un modo nuovo di concepire lo spettacolo non più centrato sull’individualità ma su di un lavoro d’insieme.

Il ‘fenomeno russo’, come viene chiamata, interpreta, spesso firmando lei stessa la regia, autori come Molnár, Kaiser, Andreiev e Rosso di San Secondo ( Una cosa di carne , Fra vestiti che ballano ) e per la prima volta in Italia L’albergo dei poveri di Gor’kij. Sono personaggi in grado di offrirle la possibiltà di una recitazione ricca di impeti, di sensualità, attenta alla psicologia. E se talvolta chiama accanto a sé registi del suo paese come Nemirovic-Dancenko al quale affida nel 1933 la messinscena de Il giardino dei ciliegi di Cechov, anche a lei – alle sue lunghe letture a tavolino, alla ferrea disciplina che sa imporre alla sua compagnia all’interno della quale si mette in luce Renato Cialente, e alle idee innovatrici che distinguono il suo repertorio – si deve la nascita della regia in Italia.

«Io sono nata collaboratrice del poeta – afferma in una sua celebre intervista su “Comoedia”, nel 1934 -: non lo diminuisco mai, lo esalto, lo completo, lo limo, lo affino». Giustamente è a lei che Silvio D’Amico affiderà l’insegnamento di regia non appena fondata l’Accademia d’arte drammatica a Roma nel 1935. La fine della guerra la vede sempre più raramente in scena. Ma nel 1946 L. Visconti le fa interpretare il ruolo della madre in Zoo di vetro di Tennessee Williams di cui darà un’interpretazione strepitosa. Fra il 1949 e il 1951 dirige ancora una sua compagnia interpretando il ruolo principale di La lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, e firmandone, fra l’altro, anche la regia.