Pasqualino

Con il fratello Giuseppe ha operato una trasformazione assai radicale dell’opera dei pupi, impiantando a Roma un teatro nel quale ha fatto agire pupi del tipo catanese (cioè pupi più grandi di quelli palermitani e mossi dal ponte per mezzo di due ferri, uno alla testa ed uno alla mano sinistra) riducendone però notevolmente le misure. Inoltre, i fratelli P. hanno utilizzato quali testi per i loro spettacolo, riferiti sempre all’epopea dei Paladini di Francia, copioni da loro scritti, molto più sintetici e brevi di quelli tradizionali, ritenuti più consoni al gusto moderno e ad un pubblico non locale e tradizionalmente competente.